La pillola anticoncezionale combinata è la terapia di eccellenza in caso di cisti ovariche funzionali sintomatiche nelle donne in età fertile. Sin dagli anni ’70, da quando cioè si sono cominciati ad usare in modo sistematico questi farmaci ormonali per il controllo delle nascite è risultato subito evidente ai più un abbassamento dei tassi di cisti ovariche: alcuni studi scientifici successivi hanno quindi evidenziato come effettivamente la pillola anticoncezionale potesse avere come indicazione non solo la prevenzione della gravidanza ma anche quella per la ciste all’ovaio e la cura della stessa.
Questo avviene semplicemente ed in modo automatico perché tale farmaco blocca l’ovulazione che è alla base dalla nascita della ciste funzionale (cioè legata alle mestruazioni ed al rilascio dell’ovulo all’interno di una sacca follicolare da parte dell’ovaia: è questa che non venendo espulsa durante il flusso mestruale tende ad incistarsi).
Essenzialmente va ricordato infatti che in assenza di sintomi o in caso di eccessiva crescita, le linee guida non prevedono terapie , ma solo una sorveglianza attiva delle cisti liquide in questione (per le solide e semisolide, comunque non funzionali e quindi non trattabili con tali medicinali, il discorso è diverso e più ampio). La terapia serve laddove la regressione fisiologica non avvenga come previsto nel giro di qualche mese, in contemporaneo aumento di volume della massa e comparsa di sintomi quali: dolore addominale, pelvico, gonfiore, crampi mestruali, dispareunia e ciclo mestruale irregolare.
Gli esperti spiegano che con questo scopo possono essere utili non solo le pillole, ma anche gli altri metodi contraccettivi ormonali come l’anello o il cerotto. Stiamo parlando però solo di anticoncezionali “combinati”. La cosiddetta minipillola o comunque quella a base di solo progesterone ha un anomalo effetto sull’ovulazione tale da non essere indicato.
Non sempre tutti sono stati d’accordo sull’effettiva necessità di questa pratica farmacologica in caso di cisti ovariche. Anzi uno studio revisionale di 7 precedenti ricerche, pubblicato nel 2011 su Pub Med ha evidenziato come l’anticoncezionale non abbia sostanzialmente contribuito a riduzione del volume delle cisti, nelle donne tenute sotto controllo: la percentuale di successo delle volontarie trattate con gli ormoni è risultata equivalente a quelle delle regressioni fisiologiche delle cisti funzionali nei due-3 mesi successivi alla loro formazione.
Ad oggi la pillola anticoncezionale combinata è risultata però ridurre del 40% il rischio del tumore alle ovaie e questo spinge ad utilizzare con maggiore facilità tali farmaci. Tutto questo discorso vale però solo per le cisti funzionali. Come è noto infatti esistono altri tipi di cisti che si sviluppano sulle ovaie: per tali problematiche sono necessari altri trattamenti, che possono includere anche la rimozione attraverso la chirurgia. Si tratta di eventi rari, come rari sono i casi di neoplasie rispetto al vastissimo numero di cisti ovariche funzionali, ma non per questo bisogna abbassare la guardia: basta non preoccuparsi eccessivamente alla diagnosi di cisti all’ovaio.
Per chi non ama le terapie farmacologiche esistono anche rimedi naturali.
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