Come diventare volontari per una sperimentazione di farmaci in Italia? E’ questa la prima domanda che chiunque si pone nel leggere un articolo relativo a sperimentazioni e test farmacologici. Tutti sono coscienti che prima della messa in commercio di un farmaco, o dell’approvazione di una particolare tecnica vi sia bisogno di riscontri clinici evidenti.
Come si diventa protagonisti in tal senso? Vediamo di fare il punto della situazione.
Prima di tutto bisogna scoprire quali siano i centri adibiti alla sperimentazione di farmaci e tecniche specifiche. Una volta trovati, e non è mai troppo difficile, bisogna entrare in contatto con loro e richiedere informazioni più profonde su quali siano le ricerche che necessitano di riscontri.
Importante: contattare non è sinonimo di accettazione da parte del Centro ad una possibile sottomissione nello studio. Il possedere “la giusta malattia” non rende automaticamente partecipanti. Gli sperimentatori infatti scelgono i volontari in base ai criteri sottointesi dai protocolli di ricerca. Ed il perché va ovviamente ricercato nell’avere un campione il più possibile omogeneo.
Sia per dare giusta validità allo studio, sia soprattutto per garantire al paziente un giusto trattamento e pochissimi rischio. I maggiori criteri discriminanti riguardano ovviamente la fascia di età, il sesso, le condizioni di salute. Per quest’ultime intendiamo non solo la malattia oggetto dello studio, ma anche la concomitanza di altre patologie, i farmaci utilizzati e determinati valori riscontrati nelle analisi di laboratorio precedentemente effettuate.
Va da sé, che ovviamente la sperimentazione deve essere stata approvata dal Comitato Etico della struttura interessata e che il paziente deve dare il suo consenso scritto e dettagliato, perché i rischi, ovviamente sono presenti.
Se invece si è delle persone sane alla ricerca di un guadagno, va ricordato che in Italia è proibito pagare chio si sottopone ad una sperimentazione. Anche se, va detto, in alcuni casi sono previsti dei rimborsi spese relativi a spostamenti ed altre voci. L’importante per loro è non sottoporsi a più di 2 sperimentazioni l’anno. Sia per preservarne la salute, sia per non rischiare di divenire dipendenti dai farmaci.
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Fonte: Corriere della Sera