(continua)
Com’è possibile? Come mai si trova qui? Forse sta cercando la strada di casa. Certo per lui non è facile orientarsi. Il paese con le case raccolte intorno alla chiesa non c’è più, al suo posto sono cresciuti edifici altissimi. L’abate li osserva meravigliato. Vorrebbe parlare con i passanti, ma tutti si muovono veloci senza accorgersi di lui. Fabrizio lo segue fino a che, da lontano, appare il monastero; è sempre lassù, in cima al monte, indifferente al tempo che passa. L’abate Antonio lo raggiunge. Il monastero è deserto. Scrolla le spalle e, borbottando, apre la porta segreta che conduce al laboratorio in evidente stato di totale abbandono. Fabrizio non crede ai suoi occhi: l’abate è proprio lì, davanti a lui, che traffica con i suoi strumenti ormai impolverati dal tempo. Finalmente si accorge che non è solo.
E tu chì sei?
chiede corrucciato
Mi chiamo Fabrizio. Ma… ma… tu mi vedi?Che domande. Certo che ti vedo!E’ questo il tuo laboratorio?Si, però qui tutto è cambiato non trovo più niente. Le mie erbe, i miei preziosi liquidi… tutto è sparito. Com’era emozionante veder nascere un medicamento e ricercarne la formula per renderlo efficace! Lo sai che persino quelle intriganti delle streghe trafficavano con le erbe per scoprire nuove ricette? Si dice che ne abbiano inventata una per curare il mal di testa: corteccia di salice… aceto di vino… far bollire… qualche parola magica… ma ora vieni, andiamo in biblioteca.
La biblioteca riserva una sorpresa. Non solo non è cambiata, ma si è arricchita di testi recenti che raccontano come si è sviluppato il mondo del farmaco. A padre Antonio piace seguire la storia della farmacia, dagli antichi egizi alle grandi Università dove si continua a studiare per migliorare la salute degli uomini. Il farmacista è diventato sempre più preparato anche nel campo della chimica e combatte insieme al medico le malattie. Sfogliando un libro dopo l’altro insieme all’abate, Fabrizio sente la voce dello zio raggiungerlo da lontano.
Che fai qui da solo? Sembri trasognatoZio, l’abate Antonio… il monastero… dove siamo? Sai, penso di aver sognato un abate con i suoi libri di medicina.Certo, molto tempo fai monaci curavano le persone con i rimedi che loro stessi preparavano. Oggi, ci sono i medici e i farmacisti. Il medico visita il malato e prescrive le medicine, il farmacista ti spiega come assumerle e suggerisce come prenderti cura di te stesso in modo corretto. La farmacia è ovunque e in caso di necessità è aperta anche di notte.Vuoi dire che, quando ne ho bisogno, ho un amico in qualsiasi posto?Si, è così. Rassicurante, non credi?
Fabrizio sorride… nel riflesso di una vetrina ha sorpreso l’abate Antonio che si allontana, col suo sacco sulle spalle…