La violenza in tv cresce, i dati sono allarmanti. I genitori non possono seguire come vorrebbero i propri figli, per motivi di lavoro. E davanti al teleschermo, i nostri bambini assistono a furiose scenate tra uomini e donne.
Mi chiedo come cresceranno, con una visione distorta della realtà, crederanno che il vero amore si trova sotto i riflettori, che se si è belli si finisce su un trono, altrimenti scartati dietro le quinte. Penseranno che con la violenza si risolvono i conflitti, e che nei rapporti interpersonali vince sempre il più forte.
Mi chiedo come cresceranno, con una visione distorta della realtà, crederanno che il vero amore si trova sotto i riflettori, che se si è belli si finisce su un trono, altrimenti scartati dietro le quinte. Penseranno che con la violenza si risolvono i conflitti, e che nei rapporti interpersonali vince sempre il più forte.
Educativo. Mi sono interrogata a lungo su questa parola, per cercare di intuirne il senso e per scovarne una piccola traccia nella tv italiana.
Prima di puntare il dito contro la scatola animata, l’ho accesa (cosa che faccio raramente). Ho visto un cartone: due bambine animate a scuola, all’apparenza tutto normale, finchè non hanno iniziato a parlare di tette rifatte e lifting. Ho visto un programma in cui una ragazza di 18 anni andava in tv per decidere tra due pretendenti con chi fare l’amore la prima volta, sottoponendosi ad un gruppo di pseudopinionisti, appena freschi di reality. Ho visto superguerrieri giapponesi insegnare l’arte della guerra ai nostri figli, con gli occhioni sgranati davanti allo schermo. Ho visto tradimenti, pentimenti e zuffe tra amici sbattute davanti a milioni di italiani, come se vita privata e senso del pudore fossero solo parole di una lingua morta. Ho visto genitori di figli gay deceduti litigarsi in un forum per levare l’eredità al compagno omosessuale del figlio.
Prima di puntare il dito contro la scatola animata, l’ho accesa (cosa che faccio raramente). Ho visto un cartone: due bambine animate a scuola, all’apparenza tutto normale, finchè non hanno iniziato a parlare di tette rifatte e lifting. Ho visto un programma in cui una ragazza di 18 anni andava in tv per decidere tra due pretendenti con chi fare l’amore la prima volta, sottoponendosi ad un gruppo di pseudopinionisti, appena freschi di reality. Ho visto superguerrieri giapponesi insegnare l’arte della guerra ai nostri figli, con gli occhioni sgranati davanti allo schermo. Ho visto tradimenti, pentimenti e zuffe tra amici sbattute davanti a milioni di italiani, come se vita privata e senso del pudore fossero solo parole di una lingua morta. Ho visto genitori di figli gay deceduti litigarsi in un forum per levare l’eredità al compagno omosessuale del figlio.
Educativo. Mentre assistevo a tutto questo, questa parola mi rimbalzava in mente. Ho acceso la tv dopo la mezzanotte. Ho trovato qualche programma culturale, di approfondimento, ma i bambini a quell’ora stanno già sognando i loro troni, le zuffe giapponesi, gli amici e i reality show.
Se è vero che vedere questi programmi permette ai bambini più forti di sviluppare un filtro tra bene e e male, di distinguere tra vero e falso, per molti altri non è così. E anche se capissero da soli che i messaggi che passano attraverso la tv sono sbagliati, mi chiedo: è giusto che sia la televisione ad educarli? Ad insegnargli cosa è bene e cosa è male?
Per proteggere i bambini da tutto questo occorre sapere quali sono i programmi incriminati.
Per proteggere i bambini da tutto questo occorre sapere quali sono i programmi incriminati.
Io darei come consiglio una frase della canzone di Niccolò Fabi, Il negozio di antiquariato, Allora io propongo per non fare confusione a chi ha meno di cinquant’anni di spegnere adesso la televisione. Ma per evitare misure così drastiche, ecco la lista dei cartoni sotto accusa, presentata in occasione di un incontro al Cartoons on the bay, in corso a Salerno, promosso da Rai Trade e dal Comitato di applicazione del codice tv e minori. Nel mirino della censura Dragon Ball, Naruto, i Griffin, South Park. Per ora i cartoni italiani sono considerati a prova di bambino.
Nel corso dell’incontro è stato annunciato che si introdurrà il bollino rosso anche per i cartoni. Lo trovo paradossale. Ci ritroveremo sul divano con i nostri figli davanti ad un cartone, perchè da solo non può vederlo.
E questo sarebbe educativo? Riflettiamoci un po’, magari invece di avere una tv per ogni stanza della casa (alcuni anche in bagno), ne avremo una soltanto, da accendere a giorni alterni e con la password anti-bambino… non sarebbe una cattiva idea…
E questo sarebbe educativo? Riflettiamoci un po’, magari invece di avere una tv per ogni stanza della casa (alcuni anche in bagno), ne avremo una soltanto, da accendere a giorni alterni e con la password anti-bambino… non sarebbe una cattiva idea…