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Inquinamento e mortalità: l’Iss fa il punto della situazione

 L’inquinamento è un rischio per la salute dell’essere umano, creando con i suoi differenti veleni le basi per diverse patologie in gradi di affliggere l’organismo, non per ultimi asma e tumori. Sono stati presentati, presso il 35° congresso annuale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, i risultati dello “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento” per fare il punto della situazione sull’inquinamento e la relativa mortalità.

La ricerca è stata condotta , in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza, il Centro Europeo  Ambiente e Salute OMS, il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e l’Istituto di fisiologia clinica del CNR, Parliamo di uno studio della durata di cinque anni, nel quale è stato analizzato il peso della contaminazione di alcune zone sulla salute delle persone. Come campione sono stati presi 44 siti differenti per i quali sono state previste, avviate o concluse delle azioni di bonifica ambientale.

Come spiega il prof. Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, la ricerca ha confermato ciò che “precedenti indagini relative alla mortalità” avevano già sottolineato, ovvero che coloro che vivono nelle vicinanze di siti particolarmente inquinati risente in maniera più drastica di “effetti collaterali”  e malattie rispetto alla restante parte della popolazione regionali.

Spiega nel particolare:

La mortalità osservata nei siti contaminati è risultata del 15% più elevata di quella media regionale per le cause di morte correlate al rischio ambientale, ma sarebbe fuorviante e scientificamente poco valido affermare che ogni incremento della mortalità osservato possa essere attribuito all’inquinamento in uno specifico sito.

In diversi casi, proprio per tal motivo,  i ricercatori hanno formulato delle raccomandazioni volte alla richiesta di ulteriori studi. Va sottolineato però che una vera “correlazione” certa è stata individuata solo per ciò che riguarda la diffusione del “mesotelioma pleurico d’amianto”. In tutti gli altri casi l’inquinamento ambientale è stato considerato un fattore concorrenziale di insorgenza di mortalità.

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