Il pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Roma versa in condizioni di degrado. Le foto di stanze sovraffollate, e di pazienti curati su materassi poggiati per terra non lasciano spazio a repliche. Il reparto dell’ospedale capitolino, infatti, sembra aver toccato il fondo, superando, come ha sentenziato Massimo Magnanti, segretario del Sindacato professionisti emergenza sanitaria (Spes), il limite della vergogna.
Come ha dichiarato Magnanti:
Da anni denunciamo il sovraffollamento dei dipartimenti d’emergenza di Roma e provincia. Dove in media ogni giorno ci sono circa 100 pazienti parcheggiati sulle barelle in attesa di un ricovero. E possono rimanerci anche da molte ore a diversi giorni. Oggi assistiamo alla trasformazione dei dipartimenti d’emergenza (Dea) in veri reparti di degenza. Una situazione che blocca tutto il servizio, allunga i tempi d’attesa per i cittadini e non garantisce un servizio all’altezza per il cittadino.
Fermo restando che dare assistenza a chi ne ha bisogno è il dovere di ogni medico, pur se si tratta di farlo in condizioni precarie, ma quelle immagini parlano di una situazione al collasso, e nemmeno così episodica come s’immagina. In condizioni del tutto simili, infatti, versano anche l’Umberto I, il San Giovanni e il policlinico Gemelli.
Secondo Magnanti, per evitare che situazioni di degrado come questa si ripetano sarebbe necessario seguire le indicazioni internazionali previste per la medicina d’emergenza, rivedere la dotazione dei posti letto a livello Regionale e anticipare le dimissioni dai reparti dell’ospedale dal pomeriggio al mattino, così da accelerare un nuovo ricovero. Inoltre, andrebbe favorita nelle strutture la presenza del “bed manager”, ovvero un manager dei posti letto in grado di trovare una sistemazione nel reparto per il paziente in attesa di un ricovero anche in situazioni disperate.
I medici non sono disposti ad accettare ancora questa situazione di abbandono e fanno sapere che, se non saranno presi provvedimenti immediati, presenteranno a breve una denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di servizio pubblico d’emergenza, omissione di atti d’ufficio e disastro colposo.
Purtroppo, situazioni di disagio come questa, non riguardano esclusivamente gli ospdali della Capitale, anche a Napoli, infatti, all’ospedale Cardarelli, i malti vengono fatti sedere su delle sedie da ufficio, fornite dagli impiegati della struttura, per mancanza di barelle. Il problema principale, resta sempre lo stesso, la mancanza dei posti e la riduzione delle risorse a causa dei tagli alla sanità pubblica.
Photo Credit|ThinkStock