Si è spento ieri, all’età di 61 anni, Daniele Formica. L’attore è stato stroncato da un feroce cancro al pancreas. Doppiatore ed conduttore di successo, ha lavorato con i più noti registi del panorama italiano, tra i quali figura anche il grande Mario Monicelli.
Formica, nato nel 1949 a Drogheda, Irlanda, non è la prima star costretta a soccombere sotto questa particolare forma tumorale. Pensiamo a Patrick Swayze, morto nel settembre 2009, ed a Steve Jobs, patron di Casa Apple, che combatte con questa malattia ormai da anni e che recentemente ha dovuto abbandonare il lavoro per concentrarsi sulla sua salute.
Il tumore al pancreas è una delle neoplasie più pericolose che possano colpire l’uomo. Sia per la difficoltà di intervento, sia per la forte recidività della patologia. Si tratta di un tumore molto particolare, spesso collegabile alla famiglia degli adenocarcinomi caratterizzato da una forte velocità di metastasizzazione. La maggior parte delle volte si localizza sulla testa dell’organo, inibendone tra l’altro le normali funzioni, come quella della regolazione dell’insulina nel corpo, e la produzioni di enzimi collegati al funzionamento dell’intestino.
Spesso e volentieri il tumore viene diagnosticato in fase avanzata, quando ha già ostruito le vie biliari e causato problemi secondari che in un primo stadio della malattia sono difficili da riscontrare. Proprio per questa sua particolare asintomaticità iniziale, è bene affidarsi ad un centro specializzato nella cura del cancro al pancreas. Il suo elevato tasso di mortalità e la difficoltà nel trovare la giusta terapia sia a livello chirurgico che farmacologico rende necessario uno studio accurato ed un intervento di tipo mirato.
Se l’operazione risulta possibile, il paziente viene sottoposto preventivamente ad un ciclo di chemioterapia o radioterapia al fine di rimpicciolire, almeno in parte la neoplasia. A seconda della gravità dei casi, ed in assenza di metastasi, si opterà per una pancreatectomia parziale o totale.
Statisticamente il cancro al pancreas molto raramente viene diagnosticato in tempo ed anche in quel caso, la sua estirpazione è così difficile ( e non sempre possibile, n.d.r.) che l’affidarsi ad un centro di cura specializzato può rappresentare davvero la discriminante tra la vita e la morte.
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