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Crescina funziona per caduta dei capelli: studio scientifico conferma

 Crescina funziona davvero? Fa ricrescere i capelli anche in caso di alopecia o di diradamento già avanzato? Durante le feste di Natale, incontrando un amico che non vedevo da tempo e trovandolo alquanto cambiato a causa della caduta di capelli, l’argomento degli integratori, farmaci cosmetici per tali problematiche è diventati di dibattito intenso tra i favorevoli e contrari, di Crescina, minoxidil o finasteride. Sono così a cercare informazioni.

Ebbene sembra proprio che Crescina funzioni, secondo uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia, pubblicato di recente dalla rivista scientifica Dermatology and Therapy.

Nello specifico si tratta di un particolare prodotto della casa Labo, ovvero di Crescina® HFSC (Human Follicle Stem Cell). Il lavoro scientifico ha coinvolto un gruppo di volontari di sesso maschile di età compresa tra i 20 ed i 55 anni, colpiti da alopecia androgenetica di grado II-IV: si è proceduto con un trial randomizzato controllato con placebo. Il test ha previsto l’applicazione quotidiana di una fiala di Crescina® HFSC con particolare riferimento alle aree colpite da diradamento (tempie e punta superiore della testa).

I primi risultati a 60 giorni hanno evidenziato un aumento dei capelli in crescita del 6,8% salito al 10,7% a conclusione dello studio. La resistenza alla trazione di capelli è diminuita rispettivamente del 29,6% e 46,8%. In generale, ne è emerso che se il prodotto, come in questo caso, viene applicato correttamente, non solo è in grado di favorire la crescita di nuovi capelli, ma anche di rallentarne la caduta. Il tutto sulla totalità del numero dei volontari.

 

L’Alopecia androgenetica (AGA) è la causa più frequente di perdita dei capelli nella popolazione maschile ed è caratterizzata da un progressivo assottigliamento dei capelli del cuoio capelluto. Le cause principali sono da riscontrare nella  predisposizione genetica e nella maggiore sensibilità dei follicoli piliferi agli androgeni, che porta a un accorciamento della cosiddetta fase anagen (la prima della crescita capello). A queste vanno poi aggiunte concause come fenomeni di microinfiammazione, diminuzione della microcircolazione ed invecchiamento cutaneo.

Alcuni studi scientifici, analizzando le cellule staminali del bulbo pilifero hanno da tempo evidenziato come dal punto di vista clinico in tal senso, l’alopecia androgenetica possa essere considerata una condizione reversibile.

Attualmente, in commercio esistono farmaci per la cura dell’alopecia, e sono proprio quelli a base di finasteride e minoxidil, che però richiedono un trattamento permanente e possono dare effetti collaterali, anche molto importanti. Da qui, l’interesse dei ricercatori dell’Università di Pavia nell’analizzare Crescina® HFSC (Human Follicle Stem Cell), che è un cosmetico. A questo proposito, qualche tempo fa il prodotto fu anche momentaneamente sospeso dal commercio per una questione di dizione pubblicitaria sulle confezioni, che gli esperti del Ministero della salute non ritennero veritiera. Aggiustato il tutto, questo studio scientifico sembra essere la “rivincita” della Labo Suisse sulla questione.

Di certo in commercio esistono molti prodotti contro la caduta dei capelli, ma va ricordata l’importanza di rivolgersi precocemente in caso di caduta di capelli, sempre ad un dermatologo per comprendere bene la causa dell’alopecia e verificare con lo specialista quali terapie, cosmetiche, farmacologiche o di integrazione alimentare possono essere più utili.

Fonte: Dermatology and Therapy

Foto: Thinkstock