E’ ormai noto come le conseguenze di una vita sedentaria, priva di una qualsiasi attività fisica effettuata con costanza, possano risultare anche gravi e avere pesanti ripercussioni nel tempo sulle condizioni di salute generale.
Forse non tutti sanno che, a prescindere dalla perdita di tono dei tessuti e dalla comparsa di qualche rotolino di ciccia in più, l’inattività espone a rischi molto più pericolosi e deleteri per l’incolumità dell’organismo. In alcuni casi, infatti, non svolgere un po’ di sano moto regolarmente rappresenta più di un’insana abitudine, ma è l’anticamera di gravi patologie che possono risultare anche fatali.
La sedentarietà, avvertono gli esperti, favorisce l’insorgenza di malattie come il cancro e aumenta le probabilità di essere colpiti da ictus. Come riportato da La Voce, i dati sono allarmanti:
Il 70% degli ictus cerebrali, l’80% degli attacchi cardiaci, il 70% dei casi di cancro al colon-retto e il 90% di quelli di diabete nell’adulto, avrebbero come causa principale o collaterale proprio la sedentarietà.
In questo caso, per prevenire il peggio e proteggersi dall’esposizione a numerose malattie provocate dall’inattività fisica, l’unico farmaco disponibile, privo di effetti collaterali, è proprio un po’ di di sano movimento, praticato con una certa regolarità.
Proprio per favorire un’educazione all’esercizio fisico come misura preventiva di numerose patologie, Francesco Conconi, direttore del Centro studi biomedici applicati allo sport dell’università di Ferrara, ha avviato un progetto dall’emblematico titolo “L’esercizio fisico come farmaco“, che vedrà coinvolte l’Ausl di Ferrara e della Regione Emilia Romagna.
Si tratta di una serie di iniziative volte ad invogliare i pazienti allo sport considerandolo un po’ come un investimento per la propria salute e come un vero e proprio farmaco preventivo, inteso come una sorta di vaccino contro tutte le patologie, i rischi e i disturbi fisici provocati dall’inattività. Impiegare il proprio tempo libero facendo movimento e ritagliarsi dei momenti da dedicare all’allenamento non è una perdita ma un guadagno di tempo, dal momento che allunga le probabilità di sopravvivenza.
[Fonte: La Voce]