Una scoperta britannica ha decifrato il codice di due tumori-killer: il tumore al polmone non a piccole cellule e il melanoma malingno. Questi potrebbero essere dovuti a mutazioni del DNA delle cellule conseguenti ad un “eccesso di sigarette“.
Gli scienziati del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge, hanno rivelato che hanno scoperto quasi 23.000 mutazioni nelle cellule del cancro al polmone e oltre 30.000 nelle cellule del melanoma, rispetto alle cellule del tessuto normale provenienti dagli stessi individui.
Peter Campbell, un ematologo, esperto di cancro-genomico dell’Istituto Sanger, e uno degli autori della ricerca pubblicata su Nature, ha descritto il gran numero di mutazioni notevoli, riflettendo sulla stima che un fumatore tipico acquisisce una mutazione per il cancro al polmone per ogni 15 sigarette che fuma. Ha affermato Campbell che:
Ogni pacchetto di sigarette è come una roulette russa. La maggior parte di tali mutazioni avviene dove non succede nulla nel genoma e non fa danni gravi, ma ogni tanto può raggiungere un gene del cancro.
I ricercatori hanno anche scoperto che le mutazioni non sono state distribuite in modo uniforme nel genoma: molte erano al di fuori delle regioni che codificano i geni, e hanno pensato che questo era probabilmente perché le cellule lavorano di più per riparare i danni del DNA nelle regioni di codifica del gene.
Questa è un’intuizione importante, e, se provata, aiuterà a far luce su alcune questioni molto importanti sulla misura in cui l’impatto ambientale e lo stile di vita influiscono sul DNA: per esempio, causano direttamente mutazioni cancerogene (sembra che esse siano per lo più evitabili), o il cancro perturba i sistemi di riparazione delle cellule del DNA?
I due studi suggeriscono che è corretto il primo caso, e che questi due tumori sono infatti in gran parte prevenibili, in quanto i ricercatori hanno rilevato che la maggior parte dei cambiamenti del DNA sono riconducibili ad effetti cancerogeni delle sostanze chimiche del tabacco nel genoma del cancro ai polmoni e ai raggi ultravioletti della luce nel genoma del cancro della pelle.
Un’altra importante scoperta del team riguarda il sequenziamento del genoma del cancro ai polmoni, dove essi hanno trovato una mutazione in CHD7, un gene che controlla altri geni, apparsa più e più volte, in tre linee di cellule indipendenti, suggerendo che l’obiettivo delle mutazioni ricorrenti potrebbe essere una nuova direzione per lo sviluppo dei farmaci. Non tutti sono convinti che il sequenziamento del genoma del cancro, sia in procinto di trasformare il modo in cui il cancro viene diagnosticato e curato, perché è ancora molto costoso.
[Fonte: Medicalnewstoday]