Il dolore fisico può essere più o meno intenso, ma sempre, in primo luogo, deve essere inteso come un meccanismo di allarme, che non va inibito del tutto sul nascere, perché va interpretato e ne vanno individuate le cause. Va anche detto che alcuni lo sopportano meglio di altri, perché si tratta di una percezione molto individuale che risente di molti fattori interni ed esterni; e ciascuno deve instaurare con il dolore un rapporto molto personale, intimo, soprattutto quando esso viene percepito per periodi lunghi.
Gran parte dei pazienti si reca dal medico perché lamenta dolori a carico delle articolazioni e delle strutture che le circondano. Si tratta di dolori di origine infiammatoria, che possono essere dovuti a cause di natura diversa: infettiva, immunitaria (reumatismo articolare acuto e artrite reumatoide, artrosi), dismetabolica (gotta), meccanica (traumi delle articolazioni, ernie distali). La terapia più giusta dovrà tener conto di una diagnosi accurata e della sensibilità al dolore di ciascuno.
La fitoterapia moderna, riferendosi a piante medicinali con un contenuto noto e quantificabile di principio attivo, offre buone possibilità per contrastare il dolore in fase acuta e per ridurre notevolmente gli stati infiammatori. Di norma, un farmaco antidolorifico di origine chimica classificato come FANS si può assumere per un numero limitato di giorni. Diversamente i fitoterapici possono essere utilizzati tranquillamente per tempi lunghi, riducendo notevolmente il dolore acuto là dove il soggetto risponde, ma soprattutto lo stato infiammatorio e il riacutizzarsi del dolore nelle patologie croniche.
Una pianta che merita molta attenzione in tal senso è la Boswellia; è il rimedio più indicato per il trattamento dell’artrosi per la sua azione antinfiammatoria e, in particolare, antireumatica. Sono gli acidi boswellici presenti nella resina che riducono sensibilmente l’azione di un enzima (la 5-lipossigenasi) e quindi l’attivazione di quel meccanismo a catena che porta alla produzione di sostanze endogene che facilitano i processi infiammatori. Diminuendo la presenza nel sangue di tali sostanze, si riduce notevolrnente lo stato infiammatorio. Inoltre, questa pianta è anche in grado di inibire le elastasi, enzima proteolitico (distruttivo) responsabile della distruzione del collageno e quindi dei tessuti coinvolti nel processo infiammatorio.
Bloccando l’elastasi si riduce la degenerazione articolare. L’efficacia riscontrata e la lieve entità degli effetti collaterali danno oggi alla Boswellia un ruolo importante nelle terapie antireumatiche: oltre alla riduzione dei processi infiammatori, evita la degenerazione dei tessuti. La fitoterapia offre una risposta anche nel dolore della fase acuta, con la possibilità nei soggetti con maggiore sensibilità di poter associare più rimedi. Molto efficace e ben tollerato è l’Artiglio del Diavolo. La sua azione antidolorifica conosciuta dall’uso popolare ha trovato riscontro in recenti studi clinici.
I suoi principi attivi somministrati a 197 pazienti affetti da ricorrenti episodi di lombalgia hanno avuto un risultato più efficace rispetto al placebo. Inoltre, la pianta esplica un’azione positiva sulla rigidità muscolare contribuendo a migliorare la percezione soggettiva del dolore lieve e moderato Ottima l’associazione con la Spirea Olmaria, per alleviare i dolori reumatici, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie per la presenza di salicilati e per le sue proprietà diuretiche che facilitano la scomparsa deiversamenti articolari.
Valida associazione con Ananas quando si debba ridurre la consistenza degli edemi sulle articolazioni, unitamente alla Betulla Linfa per riuscire a drenare e quindi eliminare le scorie e gli eccessi dei processi infiammatori. Per le applicazioni locali la scelta vincente è Arnica Montana, valida dalla puntura di insetto ai reumatismi, non soltanto per lenire il dolore, ma per ridurre la flogosi e gli edemi, molto efficace, soprattutto nella fase acuta, fare degli impacchi di pomata all’arnica ripetuti nella giornata.
Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Ottobre_2009/03_Consiglio.pdf