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Emangioma infantile, propranololo disponibile in Italia

E’ disponibile in Italia, per il trattamento dell’emangioma infantile, il propranololo. Si tratta del primo farmaco di questo tipo autorizzato per la patologia per i bambini di età compresa tra le 5 settimane ed i 5 mesi: un medicinale adatto quindi anche a quella che è la fascia di pazienti più delicati.

Nello specifico tale farmaco è stato messo a punto ed autorizzato per la cura degli emangiomi infantili in fase proliferativa che richiedono terapia sistemica. Questa patologia è il tumore benigno pediatrico più frequente. E sebbene tenda a stabilizzarsi con il tempo regredendo spontaneamente dopo qualche anno, rappresenta comunque una malattia in grado di influenzare in modo severo la salute psicologica e fisica del bambino: soprattutto se l’emangioma è localizzato in zone delicate del corpo. Le cause della sua comparsa non sono ancora note ma si pensa che il sesso femminile del nascituro, l’età materna avanzata, la placenta previa e la prematurità possano essere dei fattori di rischio.

Spiega il dottor Piero Dalmonte, Responsabile del Centro Angiomi dell’Istituto Pediatrico Gaslini di Genova e Past President della SISAV (Società Italiana per lo Studio delle Anomalie Vascolari):

La localizzazione della lesione può determinare complicanze cliniche, estetiche e psicologiche anche severe, ad esempio, in presenza di un emangioma localizzato in aree delicate come le palpebre, le orecchie, il naso, la bocca o la zona urogenitale può interferire con le normali funzioni o, addirittura, mettere a rischio la vita, nel caso di emangiomi che ostruiscono le vie aeree superiori. In tutti questi casi, la diagnosi e l’avvio del trattamento all’interno di un centro di riferimento multidisciplinare devono essere tempestivi.

Ed è in tal senso che il propranololo diventa un farmaco importante per il trattamento. Finora nessuno dei medicinali utilizzati all’estero per la malattia erano stati approvati: gli effetti collaterali non erano sopportabili dai più piccoli. Questo betabloccante invece riesce ad accelerare la regressione del tumore benigno in oltre il 90% dei casi senza particolari conseguenze per l’assunzione, ovviamente controllata e secondo prescrizione medica.

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