Il plasil in gravidanza nel primo trimestre ed in allattamento fa male? E’ una domanda che molte donne incinte si pongono, soprattutto nel periodo in cui le nausee si fanno sempre più forti e fastidiose, ovvero nel primo trimestre di gestazione. Vediamo insieme di scoprire la risposta esatta.
Plasil nel primo trimestre di gravidanza
Il plasil nel primo trimestre di gravidanza è controindicato, secondo quanto si legge nel bugiardino del farmaco. Questo perché i primi tre mesi rappresentano un momento molto delicato della gestazione e della formazione del bambino, per cui andrebbero evitati tanti medicinali o altre sostanze capaci di interferire col normale sviluppo del feto, se non addirittura teratogene. Di fatto però i ginecologi lo prescrivono proprio in caso di forti nausee mattutine e non e lo iniettano durante i ricoveri laddove si sviluppi anche un’iperemesi gravidica: anche nel primo trimestre. Dunque la verità quale è? Fa bene o fa male?
Va detto per dovere di cronaca però che uno studio scientifico risalente al 2009, sosterrebbe la non pericolosità del plasil in gravidanza portando come prova il mancato incremento di malformazioni congenite in donne che erano state esposte al medicinale durante la gestazione. Da qui, l’adozione terapeutica e la cautela contemporanea. Ovvero: di certo difficilmente i ginecologi ed i medici di famiglia prescrivono tale farmaco, con nausee leggere, ma solo in caso di effettiva necessità che possa mettere a repentaglio la salute della mamma e del bambino, e solo rigorosamente sotto stretto controllo medico. E non si può che essere d’accordo su questo comportamento ispirato dalla cautela.
Plasil durante l’allattamento
Il plasil in gravidanza fa male? Si e no? Per il plasil in allattamento vale lo stesso discorso. Grazie alla scheda del farmaco, sappiamo che si tratta di un medicinale consigliato per persone al di sopra dei sedici anni. E che l’allattamento rappresenta una forma di controindicazione: il principio attivo contenuto in questo farmaco ed in altri similari, il metoclopramide, seppur in quantità minime viene secrèto dal latte materno e quindi assorbito dal bambino. Il che non è un bene. Il discorso però è ancora più complesso: perché il plasil viene prescritto molto spesso alle mamme con poco latte in quanto tra gli effetti collaterali del metoclopramide c’è l’aumento della prolattina (e quindi aiuta ad incrementare la produzione di latte materno). Insomma sì al plasil se dato alla mamma e non direttamente al bambino con vomito, ma sempre e solo sotto stretto controllo ed indicazione del medico. Non va considerato come un “integratore”. Di metodi per aumentare il latte materno ce ne sono molti altri, anche naturali, senza contare le formule artificiali.
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