Le malattie intestinali sono tanto frequenti quanto diverse tra loro: alcune lievi e passeggere, altre serie, croniche e pericolose se non trattate. In comune tra tutte alcune peculiarità, oltre al fatto ovvio che riguardano l’apparato intestinale: spesso manca una causa evidente e non è presente un’anomalia fisica che giustifichi i problemi. Seppur la maggioranza di queste malattie non mette a rischio la vita di chi ne è affetto può comunque comprometterne abbondantemente la qualità della vita. Ecco perché è importante rivolgersi quanto prima ad un medico specialista in gastroenterologia che possa valutarne i sintomi, per poi procedere ad una diagnosi precisa e alla prescrizione di un eventuale trattamento.
I sintomi di allarme
Emorragia
Sangue nell’intestino (riscontrabile anche nelle feci), indica una lesione nel rivestimento delle pareti intestinali (mucose. Si può verificare localmente o per tutta la lunghezza dell’apparato. Tra le cause troviamo: tumori (benigni o maligni); infiammazione (colite infettiva o malattia infiammatoria intestinale); ulcera (come quella peptica); esofagite; lesionetraumatica all’ano o all’estremità inferiore dell’esofago. Spesso l’origine del sanguinamento non è particolarmente evidente, anche se la sua tipologia può offrire degli indizi al quesito diagnostico. Sangue rosso vivo, acceso, nelle feci ad esempio indica un problema all’ano o poco sopra (ragadi? emorroidi?), mentre se è rosso scuro, il sanguinamento potrebbe aver avuto inizio più in alto nell’intestino. E’ importante per chi ha più di 50 anni e familiarità con tumore al colon (ma anche per tutti gli altri) non trascurare questo sintomo.
Vomito
Il vomito può avere una causa funzionale o strutturale, e se non passa nell’arco di 48 ore (probabile causa infettiva) necessita indagini diagnostiche appropriate. Quando nel vomito c’è sangue comunque è probabile una causa strutturale, ovvero un’ulcera, un tumore, lesione della vena esofagea. Non importa se il sanguinamento è di colore rosso vivo, rosso scuro, nero e catramoso, o occulto, ci deve essere una causa strutturale: trovarne la fonte e bloccare il sanguinamento è una priorità.
Febbre
La febbre è la reazione del corpo a una infiammazione, che può essere contagiosa (come nel caso di una gastroenterite batterica) o meno (come in IBD).
Perdita di peso
Come regola generale, una perdita di peso di più di 4,5 chili in tre mesi in assenza di una motivazione accertata (come ovviamente una dieta dimagrante o l’inizio de un’attività sportiva) necessita di indagini diagnostiche approfondite: tra le cause anche malattie intestinali.
Difficoltà a deglutire o disfagia
Solitamente è sinonimo di un’ostruzione parziale dell’esofago e si può abbinare a dolore durante la deglutizione, raucedine, mal di gola, Un’endoscopia può fornire informazioni utili al riguardo, per trovare le cause. Tra queste sarà possibile una stenosi (un restringimento dell’esofago), un anello di Schatzki (anomala banda fibrosa all’estremità inferiore dell’esofago), insufficienza della motilità esofagea (come nell’acalasia ), un tumore.
Dolore al petto
In primis vanno escluse con urgenza patologie cardiache. Lo step successivo è quello delle malattie intestinali. Il più delle volte la causa sarà il reflusso gastroesofageo, trattabile con farmaci specifici.
Cambiamento delle abitudini intestinali
Un improvviso cambiamento delle abitudini intestinali, specie dopo i 50 anni di età necessita sempre di approfondimenti diagnostici: questo sintomo può infatti essere sinonomo di tumore del colon, esofago, o stomaco, cause che vanno escluse/ individuate il prima possibile.
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Fonte: Iffgd.org
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