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E vissero felici e contenti: solo una favola o l’amore eterno esiste?

E’ l’eterno interrogativo di tutti gli amanti, l’amletico dubbio di ogni innamorato: l’amore può durare in eterno o è destinato a finire irrimediabilmente con il trascorrere del tempo? La scienza su questo quesito si divide: una scuola di pensiero è convinta che sia condannato ad una fine certa, l’altra invece che il fattore durata è nelle mani degli innamorati ed ogni coppia può scegliere il proprio destino, e non c’è statistica che resista al vero amore. Per alcuni psicologi l’amore romantico dura più a lungo, mentre altri sostengono l’esatto contrario…

Ma vediamo le motivazioni di entrambe le parti: per i sostenitori della fine certa dell’amore, questo sentimento come una fiamma, un fuoco, brucia rapidamente ed è destinato ad estinguersi e spegnersi più o meno velocemente. Secondo Elaine Hatfield, professoressa di psicologia alla Università delle Hawaii (studiosa dell’amore fin dal 1960!), l’amore appassionato è fugace e, come una vera e propria droga, ha inizialmete un livello elevato, che non può rimanere sempre alto e i cui effetti sono destinati a svanire. L’emozione affettuosa associata con un impegno a lungo termine, non sarebbe durevole.

Nel 1981 Jane Traupmann, psicologo sociale, ha eseguito una serie di interviste per valutare il livello di passione e di amore in un campione casuale di 953 coppie fisse, coniugi e anziani che erano stati sposati per una media di 33 anni. I risultati, presentati in un capitolo del libro “Stabilità e cambiamento nella famiglia” (1981. New York: Academic Press),  rivelano che le coppie che hanno trovato l’amore appassionato e romantico lo hanno visto precipitosamente diminuire nel corso del tempo. E’ stato loro chiesto di votare i sentimenti su una scala che includeva le risposte “molto”, “poco”, “nessuno” e via degradando e il risultato è stato che le coppie sposate da poco hanno risposto “molto” mentre man mano che si saliva con l’età e la lunghezza del rapporto amoroso aumentava, per esempio nel caso di coniugi anziani, le risposte andavano a decrescere in “poco”, “non tanto”.

I risultati di Hatfield sono supportati da altri, più recenti, della ricerca. Nel 1999 la psicologa sociale Susan Sprecher ha rilevato che nelle relazioni mature i partner avvertono che il loro amore ed impegno è in costante aumento, mentre in realta è in declino. Sprecher ha somministrato due questionari ad un campione di coppie datate e a ciascun membro per cinque volte in un periodo di quattro anni. Il questionario comprendeva un sondaggio sui sentimenti di amore, di soddisfazione e di impegno e un altro che conteneva il rapporto in scale per misurare i livelli effettivi. La seconda volta che gli venivano poste le stesse domande, ma a distanza di tempo, le risposte erano molto diverse: l’amore per gli uomini risultava diminuito mentre il fattore soddisfazione ne usciva diminuito per entrambi i sessi. Tuttavia, per le coppie che erano rimaste insieme, il livello dell’impegno era aumentato considerevolmente.

È interessante notare come tra le coppie che si separarono, sia gli uomini che le donne erano state in grado di segnalare una mancanza di soddisfazione e di impegno prima della rottura del legame, mentre l’amore rimaneva immutato non di amore.
A questo punto viene da chiedersi: cos’è che continua a tenere in piedi matrimoni e relazioni a lungo termine? Solo l’impegno reciproco?
Hatfield teorizza che per far durare il sentimento della passione, l’amore romantico deve tornare ad intermittenza, come una piccola scintilla che serva a tenerne accesa e viva la fiamma. Riuscirci sarebbe tuttavia un’impresa ardua, secondo la psicologa.

Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Tra i sostenitori del E vissero felici e contenti, lo psicologo Robert J. Sternberg.
E’ una sua convinzione che l’amore può durare per sempre a condizione che i due innamorati condividano la stessa storia. Nel suo libro “L’amore è una storia” (1998. New York: Oxford University Press), Sternberg afferma con decisione, sulla base dei suoi studi condotti su un campione di coppie, che coloro che condividono la stessa storia, ossia lo stesso modo di vedere e concepire l’amore, avevano maggiori probabilità di rimanere insieme rispetto ad altri le cui posizioni divergevano.
La storia d’amore per alcuni veniva vista come un viaggio, un percorso da compiere insieme, per altri era una cosa da non prendere troppo sul serio, per altri ancora il rapporto amoroso veniva inteso e vissuto con un grande senso di responsabilità, poiche era fatto di decisione e scelte prese in comune e non più soltanto per sè stessi. Se la storia non coincide la coppia è destinata ad essere infelice. Non resta dunque che chiedere al nostro partner una definizione di storia e se è uguale alla nostra…beh possiamo sperare anche noi nell’happy end! E voi cosa ne pensate?