Mercoledì 2 ottobre si celebra la prima Giornata Nazionale dell’Artrosi, una patologia reumatica degenerativa delle articolazioni. In Italia ne soffrono circa 4 milioni di persone e la causa principale è appunto la perdita di cartilagine, che causa dolore e difficoltà nei movimenti. Colpisce prevalentemente gli anziani (e in misura maggiore le donne), ma sempre più spesso anche i giovani.
La Giornata è stata organizzata dal nuovo Centro Nazionale Artrosi (CNA), istituito lo scorso settembre a Monza per la diagnosi e la cura a 360° dell’artrosi e delle malattie ortopediche e si propone di avvicinare la popolazione ad una visione conservativa della malattia. Telefonando al numero 039 23 24 219 sarà possibile prenotare una visita gratuita con uno degli specialisti del Centro e conoscere le nuove e più efficaci terapie disponibili per la cura dell’artrosi.
Questa malattia, che interessa in modo particolare le mani, le ginocchia (gonoartrosi), l’anca (coxartrosi) e le articolazioni vertebrali (spondilartrosi), si può curare in molti modi con risultati apprezzabili e con significativi miglioramenti della qualità della vita dei pazienti. Come ricordano gli esperti del CNA, infatti, prima di arrivare all’intervento chirurgico è possibile percorrere altre strade. Ad esempio l’uso delle cellule staminali con procedure mininvasive in artroscopia, l’applicazione indolore di gel contenenti farmaci specifici, la prevenzione effettuata attraverso programmi di fisioterapia personalizzati, che prevedono alcune sedute nei centri specializzati e il mantenimento degli esercizi a domicilio e una dieta alimentare anti artrosi. Non bisogna dimenticare, infatti, che il sovrappeso e in modo particolare l’obesità, sono uno dei fattori di rischio più importanti nell’artrosi, soprattutto in quella delle ginocchia, delle anche e della parte lombare della colonna vertebrale. Sembra, inoltre, che anche elevati livelli di glicemia e di colesterolo favoriscano l’insorgere della malattia.
L’artrosi purtroppo è sempre più diffusa e rappresenta un costo non indifferente anche per il Sistema Nazionale Sanitario. Non è, dunque, una patologia da sottovalutare anche perché è la causa principale di disabilità.
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