Il 23 maggio scorso, al consueto incontro promosso da Bracco nell’ambito degli Amici di Brugg, si è parlato della globalità della salute e della moderna odontostomatologia. I progressi verificatisi negli anni più recenti nel campo della medicina hanno riguardato ovviamente anche l’odontostomatologia. Come ricordato dalla dottoressa Cristina Panzeri, responsabile della Sezione di Igiene in Chirurgia Orale e in Sala Operatoria all’Ospedale San Gerardo di Monza, l’igienista dentale è un professionista laureato come operatore sanitario ed è un educatore per la salute del cavo orale, un clinico che, collaborando con l’odontoiatra, fornisce servizi preventivi, educativi e terapeutici.
Sul piano educativo, l’igienista dentale è determinante per insegnare ai pazienti le pratiche basilari per mantenere ben puliti denti e gengive, pratiche da effettuare di frequente (con spazzolini e fili interdentali) onde evitare l’accumulo di residui degli alimenti, con formazione batterica e sostanze responsabili delle carie: va ricordato che la placca all’inizio è morbida e può essere rimossa agevolmente ogni 24 ore. Altrettanto importante è l’opera dell’igienista dentale per le visite di controllo e di rimozione del tartaro, da programmare ogni 6 o 12 mesi.
Proprio durante questi controlli l’igienista dentale può “scoprire” eventuali manifestazioni anomale all’interno del cavo orale. In questi casi deve essere in grado di valutare le diverse situazioni e segnalarle al dentista, quando necessario. Spesso, però, si tratta di problematiche banali, gestibili direttamente dall’igienista stesso: le afte e le stomatiti, ad esempio, per il trattamento delle quali sono ormai disponibili da alcuni anni prodotti efficaci e sicuri. Un altro compito importante dell’igienista dentale è il suo coinvolgimento nelle varie fasi dell’intervento chirurgico. E’ importante poi sottolineare che una corretta igiene orale facilita la diagnosi nei casi in cui emergono patologie non legate a fattori parodontali: è il caso delle manifestazioni parodontali di malattie sistematiche.
Come ricordato da Marco Carrozzo, Professor of Oral Medicine – School of Dental Sciences – University of Newcastle, l’origine di una lesione gengivale è talvolta differente da quello della classica gengivite o parodontite causata dall’accumulo di placca dentaria: va tenuta sempre presente la possibilità che una lesione gengivale rappresenti l’esordio o la sola espressione clinica di malattie talora a rischio per il paziente. Ignorare tale aspetto porta a ritardi di diagnosi che, potenzialmente, possono avere conseguenze drammatiche per il paziente: gli odontoiatri, con l’ausilio prezioso dell’igienista dentale, hanno un ruolo rilevante nel rendere possibile una diagnosi precoce e quindi anche un trattamento tempestivo di manifestazioni che, seppure rare, vanno combattute al più presto.
Quali fattori sono in causa? Farmaci, malattie infettive, Malattie muco-cutanee e tumori:
Farmaci: ciclosporina, calcio-antagonisti e fenitoina sono i farmaci più in causa.
Infezioni: soprattutto i virus erpetici e del papilloma umano possono causare manifestazioni gengivali.
Malattie muco-cutanee: patologie dermatologiche come il lichen planus, il pemfigo volgare e il pemfigoide delle membrane mucose possono evidenziarsi spesso precocemente con lesioni gengivali, talvolta molto sfumate e difficili da distinguere dalla gengivite da placca.
Neoplasie maligne: alcune possono dare lesioni gengivali sia primitive che meta-statiche. Carcinomi, linfomi e sarcomi sono tumori che possono manifestarsi con lesioni parodontali. In tutti questi casi, una corretta valutazione clinica è il primo passo per mia diagnosi precoce e un trattamento efficace e risolutore.