Una nuova circolare del Ministero della Salute ha cercato di fare chiarezza sul vaccino anticovid e a chi toccherà la terza dose oltre a coloro che soffrono di particolari patologie e di immunodeficienza. Scopriamo insieme quali sono le categorie coinvolte nella dose “booster“.
Ecco le categorie coinvolte nella dose booster
All’interno del testo della circolare si è cercati di essere più chiari possibile su chi sarà il ricevente della terza dose fin da subito: in particolare i quesiti riguardavano alcune categorie professionali che per affrontare l’emergenza erano state le prime a essere vaccinate e che per il protrarsi della pandemia potrebbero avere bisogno di un richiamo che assicuri loro protezione anche in caso di maggiore esposizione.
Non stupisce quindi che venga specificato che la dose booster sarà dedicata agli anziani dagli 80 anni in su, al personale e agli ospiti delle RSA e in un momento successivo da stabilire a tutti i sanitari, ovvero coloro che appartengono a tutte le professioni sanitarie e agli operatori d’interesse sanitario che lavorano all’interno di ospedali, strutture socio assistenziali e socio sanitarie, sia nel settore privato che pubblico. Allo stesso modo la terza dose del vaccino anticovid sarà prevista anche per i lavoratori delle farmacie, delle parafarmacie e negli studi professionali che abbiano un’età superiore a sessanta anni oppure presentanti delle patologie in grado di renderli “vulnerabili a forme di Covid-19 grave o con elevato livello di esposizione all’infezione“.
In base alla decisione delle “agenzie regolatorie” la dose booster potrebbe anche riguardare anche coloro che presentano “elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/pre-esistenti“.
Cosa prevede la strategia vaccinale futura
Quella che sarà la futura strategia vaccinale relativa alla terza dose per ciò che concerne altri gruppi “target” e il resto della popolazione verrà stabilito man mano, seguendo sia nuove prove scientifiche relative al virus e all’immunizzazione o in base all’andamento dell’epidemia: non bisogna infatti dimenticare che deve ancora concludersi la campagna vaccinale primaria nel nostro paese, nonostante una sufficiente percentuale di dosi inoculate.
Tecnicamente la dose booster, spiega la circolare, deve essere somministrata “dopo almeno 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario“. Per quel che riguarda la formulazione, come già reso pubblico nei giorni scorsi, sarà in tutti i casi a base di vaccino a mRna. “Indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen)” viene spiegato nella circolare e “considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di Aifa, sarà per ora possibile utilizzare come dose ‘booster’ uno qualsiasi dei due vaccini a m-Rna autorizzati in Italia (Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna)“.