Il fumo provoca l’acne. Ovvero rende brutte le donne! Ad affermarlo uno studio appena pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology e realizzato dai ricercatori dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, in collaborazione con il Dessau Medical Center della Germania.
Ovviamente non stiamo parlando dell’acne giovanile, ma di quelle forme violente che si manifestano anche molto dopo l’adolescenza. In particolare è stata confermata l’esistenza di una particolare tipologia di acne che colpisce le donne adulte fumatrici. I ricercatori l’avevano già identificata con uno studio su circa 1000 volontarie tra i 25 ed i 50 anni affette da acne, pubblicato nel 2007 sulla rivista British Journal of Dermatology.
La maggior parte delle signore coinvolte aveva il vizio del fumo di sigaretta ed era caratterizzata da lesioni non infiammatorie su tutto il viso. Da qui il nome di Acne Comedogena Post Adolescenziale (CPAA) che si distingue decisamente dalla classica acne che sopraggiunge in età adulta, tipizzata da pustole infiammate localizzate solo sul collo ed il basso volto (mento e dintorni). Il nuovo studio ha confermato non solo le particolarità fisiologiche della CPAA, ma anche il legame con il fumo di sigaretta. Tra le nuove 226 volontarie, il 71,4 % è tabagista. In questa indagine inoltre si sono volute distinguere le volontarie affette da acne sin dall’adolescenza da quelle che ne sono state colpite dopo i 25 anni. Nel primo gruppo le fumatrici sono risultate essere il 65% contro l’83,3% del secondo gruppo. Da qui si potrebbe evincere il ruolo del fumo nello sviluppo dell’acne ad “esordio tardivo”. Tale forma acneica si è dimostrata anche la più diffusa nelle donne adulte, con un pesante risvolto psicologico.
La dottoressa Jo Linda Sinagra Dermatologo, tra i firmatari della ricerca ha spiegato:
”gli effetti ipercheratinizzanti del fumo di sigaretta sono noti da tempo e uniti alle proprietà vaso costrittive e anti-infiammatorie della nicotina potrebbero spiegare la natura delle lesioni caratteristiche della CPAA”.
Una scoperta del genere è molto importante per le tecniche di disassuefazione da fumo, specie nelle donne giovanissime, troppo avvezze alla dipendenza da nicotina e al contempo “sensibili” alla bellezza. Ognuno deve trovare il proprio metodo e scopo per smettere di fumare: sapere che il fumo fa diventare brutte, forse può essere più utile che ricordare la sua incidenza sul tumore al polmone e al seno.
[Fonte: Ifo]