L’adenoma prostatico è una malattia che può insorgere negli uomini con il progredire dell’età o se sottoposti ad alcuni fattori di rischio specifici. Vediamo insieme cosa è, quando operare e l’intervento chirurgico che bisogna sostenere.
Cosa è l’adenoma prostatico
Sotto il nome di adenoma prostatico è riconosciuta l’ iperplasia benigna della prostata ovvero il suo aumento di volume causato dall’aumento del numero di cellule nella parte centrale, quella che si trova attorno all’uretra prostatica. Non cadete nell’errore di considerare l’adenoma prostatico maligno: In caso di iperplasia la “crescita” è di tipo benigno perché provoca la compressione dell’organo senza l’infiltrazione di cellule nei tessuti dello stesso.
Cause dell’adenoma prostatico
Le cause della comparsa di adenoma della prostata non sono ancora note. Vi sono dei fattori di rischio come l’età, pesticidi e inquinamento che devono essere tenuti da conto, ma nella maggior parte dei casi è stato contestualmente rilevato uno squilibrio ormonale caratterizzato da meno testosterone libero e più estrogeni. Con molta probabilità oltre che una certa familiarità genetica in questo caso entra in campo anche lo stile di vita.
Sintomi dell’adenoma prostatico
Quando si parla di adenoma prostatico i sintomi, va sottolineato, sono per la maggior parte a carico dell’apparato-urogenitale. Vi è difficoltà nella minzione e nello svuotamento totale della vescica, la necessità di urinare frequentemente soprattutto di notte con un conseguente stato di insonnia e il bruciore nell’atto. Deve essere immediatamente chiaro che la presenza dell’iperplasia benigna non mette a repentaglio la capacità di erezione della persona.
Per ciò che concerne la sintomatologia, è ancor più importante soffermarsi su quelle che sono le conseguenze secondarie dei sintomi e del loro ignorarli. Queste manifestazioni infatti possono scatenare nell’uomo ulteriori patologie, quasi sempre di tipo infiammatorio, che possono rivelarsi pericolose sul medio-lungo periodo. Parliamo della prostatite ed in particolare della pielonefrite, che può coinvolgere i reni e la pelvi renale portando ad una infezione dei tessuti. Essa, in particolare, è frutto del mancato svuotamento totale della vescica. Possono inoltre venirsi a formare dei calcoli causati dalla cristallizzazione dei sali contenuti nell’urina.
Quando operare l’adenoma prostatico
L’iperplasia prostatica è da operate quando l’agglomerato di cellule che si viene a formare comprime l’organo a tal punto che lo svuotamento totale della vescica ne viene compromesso e la sintomatologia diventa insostenibile. Sono i disturbi correlati all’ingrossamento dell’organo dato dallo schiacciamento a spingere per una soluzione chirurgica il più efficace possibile.
Intervento chirurgico per adenoma prostatico
Sono diverse le tecniche di approccio chirurgico all’adenoma prostatico. La maggior parte degli specialisti punta ancora sull’operazione classica in vigore da decenni. Sebbene il suo utilizzo corrisponda ad una convalescenza più lunga, il taglio chirurgico trans vescicale o infravescicale di solito viene preferito perché lascia intaccata la capacità eiaculatoria della persona. Abbiamo poi la resezione transuretrale dell’adenoma prostatico. Di solito questo intervento mininvasivo viene utilizzato su prostate non eccessivamente ingrossate
Attualmente sono disponibili altre tecniche chirurgiche per affrontare l’adenoma prostatico, basate sull’utilizzo del laser. Esse non sono molto diffuse perché sviluppate negli ultimi 10 anni e quindi in quanto a casistica non sufficientemente “famose”. Parliamo della vaporizzazione transuretrale della prostata (TVP), la laser resezione transuretrale, la Visual laser ablation (VLAP), la Transurethral Microwave Thermo Therapy (TUMT), l’ablazione transuretrale con ago e la sua evoluzione “Prostiva” che consiste in micro iniezioni di etanolo in loco.
Altre tecniche sono state ideate e sono attualmente in via di sperimentazione. Prima di decidere per una tipologia di intervento o meno è bene consultarsi adeguatamente con il proprio specialista, il quale valutando la situazione, le condizioni fisiche generali del paziente e la sua storia medica sarà in grado di consigliare la metodologia più adatta per eliminare al massimo le conseguenze negative dell’operazione.
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