Difficoltà nello studio, ma anche problemi sociali e delle volte anche “problemi di testa” portano i giovani italiani a fare sempre più uso di psicofarmaci. Il dato più preoccupante è che non si tratta esclusivamente di pillole per la memoria o per calmarsi prima di un esame difficile, perché secondo una ricerca condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, a farne uso sono anche adolescenti di 15-16 anni, e spesso anche senza prescrizione medica.
I prodotti più “gettonati” sono tranquillanti e sedativi, ed il numero è talmente alto che l’Italia si colloca al quarto posto nella classifica dei 35 Paesi europei in cui è stata effettuata la ricerca. Prima di noi si piazzano soltanto Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco, mentre agli ultimi posti che rasentano l’1% di utilizzo ci sono Gran Bretagna, Armenia, Austria e Russia.