La crisi economica fa male alla salute, soprattutto quella degli anziani. Secondo un rapporto del Censis, presentato a Roma in occasione di un meeting sul rilancio della Sanità organizzato dall’associazione Pubblic Affairs Association, 9 milioni di italiani, nel corso del 2012, sono stati costretti a rinunciare ad accedere a prestazioni sanitarie per motivi economici. Tra questi, una buona fetta è rappresentata dagli over 65. Oltre alle cure, gli anziani hanno ridotto anche l’acquisto di farmaci non rimborsabili.
Gli anziani, così come tutte le persone che vivono in condizioni socio-economiche disagiate, costretti a fare i conti con una minore capacità d’acquisto, erosa dalla crisi economica, preferiscono rimandare le cure e fare a meno di comprare medicinali che non possono permettersi di pagare di tasca propria, anche quando servono. Le cure che che più spesso vengono rimandate per mancanza di soldi sono: le prestazioni diagnostiche e le visite specialistiche.
Come ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile welfare del Censis:
Sono state costrette a rinunciare alle cure proprio quelle persone che ne hanno più bisogno, che sono poi le stesse che quando sono costette a sottoporsi a qualche esame, visita o cura, si sono rassegnate alle lunghe liste di attesa in strutture pubbliche o convenzionate, mentre in altri tempi avrebbero fatto ricorso alle strutture private, pagando interamente di tasca propria la prestazione.
La crisi economica, è un dato di fatto, ha peggiorato le condizioni sociali ed economiche di tanta gente, e come sempre sono le fasce della popolazione più disagiate a pagarne le conseguenze. Gli anziani, assime alle donne e ai giovani, sono di fatto tra le categorie di cittadini che più di altri stanno soffrendo gli effetti delle manovre econmiche. Basti pensare che negli ultimi anni, il potere d’acquisto delle loro pensioni si è ridotto del 30%. Del resto anche le statistiche Istat parlano chiaro, a fronte di una crescita della spesa media mensile per l’abitazione, l’energia e i trasporti, gli anziani hanno tagliato soprattutto su alimentazione e servizi sanitari.
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