Tumori, i pazienti over 75 non verrebbero curati come dovrebbero. L’assistenza risulta essere troppa o troppo poca, con risultati negativi per la salute degli anziani in entrambi i casi.
A raccontarlo è uno studio pubblicato su Journal of Clinical Oncology che prendendo come campione statistico rappresentanti della terza età malati di tumore alla prostata dimostra come, dati alla mano, per loro le opzioni di cura risultino essere meno efficaci rispetto ad un giovane affetto dalla stessa patologia.
Non si tratta di una reazione diversa dell’organismo, ma di un approccio terapeutico spesso sbagliato. E non è una novità che gli anziani, coscientemente o inconsciamente, non solo siano la fascia di persone più colpita dai tumori, ma anche quella curata nel peggiore dei modi. Viene chiamata “distrazione” della medicina, ma rimane ad ogni modo un difetto di tipo assistenziale.
Lo studio, condotto dall’Università della California, ha messo in relazione i dati di circa 13.805 pazienti americani affetti da cancro alla prostrata, ed i risultati hanno dimostrato l’incidenza dell’età nella scelta delle terapie da mettere in atto da parte dei medici.
Come spiega il coordinatore della ricerca, il dott. Matthew R. Cooperberg:
L’età del paziente influenza moltissimo le decisioni dei medici per questo abbiamo deciso di verificare quanto il numero di anni pesi effettivamente sia sul rischio di morte che sulla sopravvivenza.
E’ stato quindi rilevato che gli uomini avanti con l’età, hanno maggiori probabilità di presentare un tumore in età avanza al momento della diagnosi. Nonostante questo nella maggior parte dei casi invece di ricevere un trattamento aggressivo e risolutivo, ricevono spesso una cura palliativa, o meno aggressiva. Con risultati tutt’altro che entusiasmanti.
I numeri dimostrano invece che per ottenere migliori risultati e scegliere l’opzione terapeutica adeguata bisogna concentrarsi di più sulla persona nel suo insieme, sul tipo di cancro e sul suo stadio piuttosto che sull’età anagrafica.
Il problema, purtroppo, non riguarda solo i trattamenti insufficienti, ma anche cure esagerate. Spesso infatti, chi presenta neoplasie poco aggressive che non rappresenterebbero causa di morte per il paziente, viene sottoposto a trattamenti eccessivi con un decadimento fisico che spesso provoca anche il decesso dello stesso.
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Fonte: Corriere della Sera