Passati i trenta, le donne sembrano dover a tutti i costi fare i conti con l’orologio biologico che le vuole spose e mamme pena il non riuscire a combinare né l’una né l’altra cosa. Ma da oggi anche i signori uomini potrebbero trovarsi ad affrontare l’implacabile tic-tac dell’orologio biologico. Il quotidiano britannico Guardian ha infatti anticipato ieri il risultato di uno studio del “Centro di Fecondazione Artificiale” di Eylau di prossima pubblicazione sul giornale online RBM.
Studio che attesterebbe che la qualità dello sperma inizia a diminuire negli uomini dai 35 anni in su, aumentando sostanzialmente le probabilità d’incappare in un’interruzione di gravidanza non voluta, al di là dell’età della propria compagna. Secondo lo studio, la percentuale di aborti spontanei con padri che hanno superato gli “anta” ammonta al 33%: quasi il doppio dello standard 16,7% fatto registrare dai 30-34enni.
I dati sono il risultato di una ricerca su 12mila coppie curate presso il centro di Parigi tra il 2002 e il 2006. Jacques de Mouzon, co-autore della ricerca, sostiene che sarà sempre più raro trovare l’uomo che nell’immaginario collettivo può diventare papà fino a 90 anni: per lo studioso “è essenziale diventare padri prima dei 40-45 anni” perché “le anomalie genetiche contenute nello sperma maschile aumentano con il passare degli anni“.