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Emicrania nei bambini, diagnosi troppo tardiva

L’emicrania nei bambini viene diagnosticata con troppo ritardo. Portando delle difficoltà significative nel mantenimento delle buone condizioni di salute degli stessi. E’ questo il punto della situazione emerso nel corso di un incontro dell’Osservatorio Paidoss per l’infanzia tenutosi recentemente a Capri.

Il non riuscire a diagnosticare velocemente e con efficacia il mal di testa nei bambini non porta solamente ad un ritardo significativo nel raggiungimento del benessere degli stessi ma ad un pessimo meccanismo di non controllo che rischia di “sommergere” molti casi costringendo i minori a estenuanti visite specialistiche inutili nella ricerca della vera causa. L’emicrania è una patologia che è necessario venga riconosciuta nella sua natura. Sia dai genitori che dalle realtà che si prendono cura dei bambini al di fuori della loro abitazione. Come sottolinea il prof. Bruno Colombo, autore di uno studio che si è occupato di studiare il fenomeno:

Servono programmi educazionali per rendere più partecipi i pediatri. Serve una cultura della patologia anche minima per riuscire a cogliere il “sommerso”, cioè tutti quei casi che arrivano troppo tardi, dopo essere passati magari da specialisti non idonei, come l’odontoiatra, o attraverso test diagnostici costosi e non conclusivi.

Tre anni: questo il tempo medio per ottenere una diagnosi di emicrania per i bambini. E si tratta di un periodo lunghissimo nel quale il piccolo di solito rimane senza trattamenti efficaci e viene sballottato da una parte all’altra e sottoposto a visite e stress inutili. Un gap significativo tra patologia e diagnosi che potrebbe essere risolto, secondo gli esperti, grazie ad una maggiore attenzione da parte dei genitori ed un questionario specifico da proporre da parte dei pediatri, focalizzandosi specialmente sulla possibilità di una famigliarità per l’emicrania.

E quando la diagnosi arriva, la terapia va scelta con attenzione. Favorendo rimedi naturali e medicina alternativa, fitoterapia. E sono nei casi estremi utilizzare i classici antidolorifici. Nel frattempo deve essere modificato lo stile di vita, eliminando dei cibi non indicati per chi soffre di questa malattia ed evitando le cure fai da te.

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