Ogni anno, solo in Italia, nascono circa 40mila neonati pretermine (prima della 37^ settimana di gravidanza. Si tratta di un fenomeno in crescita, anche se è migliorata notevolmente la loro sopravvivenza grazie ai progressi dell’assistenza neonatale. L’allarme arriva dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) in occasione della Giornata Mondiale del Neonato Prematuro, che si svolgerà domenica 17 novembre.
I parti prematuri sono in aumento e le cause sono diverse, in primis l’età media delle gestanti. La maternità, infatti, si programma sempre più tardi quando il rischio di andare incontro ad infezioni vaginali e a patologie della gravidanza è più elevato (ipertensione, diabete gestazionale, preeclampsia) e l’utero non riesce a reggere oltre un certo limite la crescita del bambino, con il risultato di dover anticipare i tempi del parto. Senza contare che si fanno sempre più cesarei non soltanto per decisioni ostetriche, ma anche perché sono le mamme a richiederlo per il timore di affrontare un parto naturale e spesso il parto si programma anche prima del compimento delle 37 settimane.
Mettere al mondo un bambino prima del termine della gravidanza significa esporlo al rischio di complicanze. Uno degli apparati che maggiormente risente della nascita pretermine è proprio l’apparato respiratorio, che giunge a completa maturazione solo intorno alla 34-35^ settimana. Anche il sistema immunitario risulta più debole. Nel nostro Paese la Sardegna è la regione in cui nascono più prematuri, mentre le Marche e il Molise sono quelle con il minor numero.
Sebbene la frequenza del parto pretermine sia aumentata negli ultimi anni, la quasi totalità dei bambini non ha problemi né complicazioni grazie alle cure ricevute nelle terapie intensive neonatali. Come ha spiegato il prof. Costantino Romagnoli, Presidente della SIN:
Diminuire il numero dei nati pretermine è una delle grandi sfide sociali dei nostri tempi così come curarli adeguatamente e per questo chiediamo al Ministro della Sanità di inserirla come priorità nel Patto per la Salute. Anche se abbiamo fatto progressi enormi nel trattamento dei bambini nati prima della 37^ settimana e le Terapie Intensive Neonatali hanno raggiunto livelli di eccellenza, bisogna cercare di evitare i parti pretermine e ciò significa recuperare una dimensione naturale e più slow della gravidanza, che la maggior parte delle donne, soprattutto quelle che lavorano, vivono con molto stress, e che si ripercuote sulla gestazione e sul parto.
Via| SIN – Società Italiana di Neonatologia; Photo Credit| Thinkstock