Le piscine portatili non sono sempre così sicure per i bambini. A lanciare l’allarme, è una ricerca condotta da Gary Smith, direttore del Center for Injury Research and Policy del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, in Ohio, pubblicata sulla rivista Pediatrics.
Durante l’estate, infatti, in America ogni 5 giorni annega 1 bambino a causa delle piccole piscine portatili, ma anche in Italia si sono verificati episodi del tutto simili. Secondo il ricercatore, nel 94% dei casi, le vittime sono soprattutto i maschi, al di sotto dei 5 anni e quasi sempre la piscina è montata nel giardino di casa propria.
Come spiega Gary Smith:
Queste piscine sono di solito piccole, poco costose, facili da montare e così i genitori non pensano ai pericoli potenziali che nascondono. Bastano infatti pochi minuti e pochissima acqua perché un bimbo piccolo affoghi: le piscine portatili, da quelle gonfiabili a quelle autoportanti, sono rischiose tanto quanto le piscine interrate.
Un altro aspetto su cui insiste il ricercatore, è la necessità da parte degli adulti di vigilare sui più piccoli. Chiaramente, questo non basta a garantire la loro incolumità, ma certamente aiuta. Nel 40% dei casi esaminati dal ricercatore, infatti, uno dei genitori si trovava nei paraggi quando il bambino è finito sott’acqua, mentre nel 18% dei casi è servita una piccola distrazione come chiacchierare con i vicini o rispondere ad una telefonata perché accadesse il peggio.
Quando un bambino è in acqua, perciò, bisogna sorvegliarlo e metterlo nelle condizioni di fare il bagno nel modo più sicuro possibile, facendogli indossare i braccioli, ad esempio. Inoltre, le piscine portatili dovrebbero essere considerate alla stregua di quelle interrate, usando scalette rimovibili, coperture di sicurezza e allarmi che avvertano che qualcuno è caduto in acqua. Purtroppo, però, come ricorda Smith, questi strumenti hanno un costo elevato e nessuno li usa, esponendo i più piccoli ad inutili rischi.
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