L’8 maggio è la Giornata Mondiale per il tumore ovarico, un carcinoma maligno, causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule dell’ovaio. Ad oggi è la più letale delle neoplasie ginecologiche, solo nel nostro Paese ogni anno vengono diagnosticati circa 5mila nuovi casi. Il più delle volte la diagnosi arriva troppo tardi, quando il tumore è in fase avanzata e le speranze di sopravvivere sono molto limitate.
Il tumore dell’ovaio non dà sintomi evidenti nelle fasi iniziali e questa è una delle ragioni per cui è difficile identificarlo precocemente. Tuttavia, esistono dei campanelli d’allarme quali: bisogno di urinare frequentemente, addome gonfio, senso di sazietà a stomaco vuoto e aerofagia. Secondo gli esperti, infatti, si tratta di sintomi spesso sottovalutati, ma da tenere in considerazione quando si presentano insieme o in rapida sequenza e all’improvviso.
Le donne colpite da tumore ovarico vengono sottoposte ad intervento chirurgico, che tuttavia non offre la garanzia che il cancro non si ripresenti. Ecco, perché l’integrazione della chirurgia è la chemioterapia, che blocca la crescita del tumore e distrugge le cellule tumorali. Ma la chemio da sola non basta. Ecco, perché n gran parte dei paesi europei vengono offerte e rimborsate le terapie anti-angiogeniche, che, in combinazione con la chemioterapia, sono in grado di arrestare la formazione di vasi sanguigni e quindi di togliere al tumore le sostanze nutritive e l’ossigeno di cui ha bisogno per crescere e diffondersi.
Acta Onlus si è sempre impegnata per ottenere l’approvazione e la rimborsabilità di tali cure e finalmente la richiesta al Ministero della Salute ha trovato una prima risposta positiva. L’AIFA, infatti, ha approvato l’estensione al trattamento di prima linea del tumore ovarico in fase avanzata del farmaco bevacizumab, l’anticorpo capace di inibire il fattore di crescita vascolare endoteliale VEGF (una proteina che svolge un ruolo importante nell’angiogenesi tumorale.)
Si tratta di una buona notizia, ma come sottolinea Flavia Villevieille Bideri, presidente ACTO onlus, non è ancora una vittoria. Le pazienti, infatti, non potranno disporre del farmaco fino a quando non sarà reso rimborsabile in tutte le Regioni italiane. Per questo l’Associazione chiede alle istituzioni centrali e locali di fare presto. Non c’è tempo da perdere, le malattie, purtroppo, non aspettano.
Via e Photo Credit| ACTO Onlus – Alleanza contro il tumore ovarico
Gentile direttore, le chiedo cortesemente di rettificare riguardo alla presente notizia sul cancro ovarico, in quanto LA I GIORNATA INTERNAZIONALE DI SENSIBILIZZAZIONE E PREVENZIONE DEL CANCRO OVARICO è stata effettuata l’8 marzo 2013 ad opera dell’AISPPD – ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI SENSIBILIZZAZIONE E PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE DELLA DONNA http://aisppdonlus.overblog.com/ come ampiamente descritto e certificato con atto del notaio, e con l’adesione del Presidente della Repubblica e Ministero della Salute
con viva cordialità
ELISABETTA BERNARDINI
PRESIDENTE AISPPD
Gentile Dottoressa, la giornata mondiale di cui parliamo noi è indubbiamente un’altra organizzata da altre associazioni. Anche le dizioni sono diverse. Questa di cui noi parliamo è la giornata mondiale e non internazionale e la promotrice globale è riconducibile al seguente sito, di cui hanno parlato anche i maggiori quotidiani e siti internet.
http://ovariancancerday.org/
E’ dal 2009 che si celebra in questa data.
La vostra come vedo dal sito è la 1° giornata internazionale sulla sensibilizzazione e prevenzione del cancro ovarico. Ovvero una cosa diversa ed arrivata in un secondo momento. Ma ben vengano altre 1000 iniziative di questo tipo. Ci segnali pure tutte le vostre iniziative alla mail [email protected].
Ci è impossibile rettificare xché si tratta di cosa ben diverse anche se con il medesimo lodevole scopo.
@Cinzia Iannaccio:
Dottoressa Bernardini le chiedo scusa per un’errata info che ho inserito nella precedente risposta, frutto di un’errata traduzione dalla fonte internazionale. Nel 2009 i rappresentanti di associazioni di pazienti che operano nel carcinoma ovarico in tutto il mondo si sono riuniti per la prima volta in un seminario di due giorni, per discutere i problemi comuni che hanno affrontato nel loro lavoro. Da qui è nata l’idea di questa giornata mondiale. Che nasce quindi altrove, non in Italia e al quale ha aderito nel ns Paese un’altra associazione italiana diversa dalla vs. Benché si tratti quindi di Una “Prima Giornata” anche questa sono sempre due notizie diverse e con nome diverso, e fonti ed info diverse benché lo scopo lodevole sia il medesimo. Se vuole siamo a disposizione per un post anche sulle attività della sua associazione. Provo a contattarla alla mail del blog. Saluti.