La febbre, è risaputo, è la reazione classica del nostro organismo ad uno stato di infezione o all’attacco di un agente patogeno nei confronti del nostro sistema immunitario. Essa rischia di divenire pericolosa però in particolare per le donne, quando si trovano in uno stato di gravidanza, e per i loro bambini non ancora nati in quanto possibile fattore di rischio per l’autismo.
A lanciare l’allarme in tal senso ci pensano i medici dell’università statunitense Uc Davis, attraverso uno studio dedicato pubblicato sulla rivista di settore Journal of Autism and Developmental Disorders. Secondo la ricerca condotta dagli scienziati, avere la febbre durante i nove mesi di gestazione espone a più del doppio del rischio che il bambino abbia problemi nello sviluppo cognitivo e soffra di questo particolare disturbo del comportamento.
In condizioni normali, a meno di temperature che superino i 38,5 °C, si tende a non bloccare il libero sfogo della febbre. Questo studio, al contrario, ci illustra come in gravidanza sia il caso di non lasciare che questo disturbo faccia il suo corso, assumendo immediatamente dei farmaci non nocivi per il bambino che siano in grado di abbassare la temperatura corporea, in modo tale che il feto non subisca danni. Commenta il dott. Ousseny Zerbo, coordinatore della ricerca:
Il nostro studio fornisce una forte evidenza che il controllo delle febbri durante la gravidanza può essere efficace nel modificare il rischio di avere un bambino con autismo o ritardo dello sviluppo. E’ quindi consigliabile che le donne incinte che sviluppano la febbre assumano farmaci antipiretici e consultino il medico se la febbre persiste.
In questo caso, spiegano gli scienziati, il concetto di febbre va “filtrato” qualsiasi causa, a partire dall’influenza fino ad arrivare all’infezione più stupida, in modo tale da bloccare immediatamente la strada alla correlazione che può manifestarsi tra lo sviluppo del cervello del feto e lo stato febbrile. Per provare la loro tesi, gli scienziati americani si sono basati su un noto studio, il “Childhood Autism Risk from Genetics and the Environment”, che ha coinvolto nelle rilevazioni 538 bambini affetti da autismo, 163 bambini con ritardo nello sviluppo ma non autistici e 421 bambini sani.
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Fonte: JADD