Geloni, congelamento ed assideramento, sono un rischio comune nella situazione meteo attuale. Le previsioni annunciano un peggioramento della situazione, con temperature sempre più basse e prolungate nel tempo. Pare infatti che questo freddo intenso si protrarrà almeno fino ai prossimi 10 giorni. La maggior parte di noi non può rimanere al caldo in casa (cosa fortemente consigliata per anziani, bambini e portatori di malattie croniche): allora cosa fare? Prestare attenzione a coprirsi bene, a non esporsi ad improvvisi sbalzi di temperatura e soprattutto tenere presente quelli che sono i maggiori rischi del freddo eccessivo per la salute. Ecco un piccolo vademecum.
I geloni
Ma quali sono allora le malattie provocate dal freddo? Di sicuro i geloni: si tratta di lesioni cutanee che tendono a colpire la pelle di alcune aree specifiche del corpo, solitamente i piedi, le mani, e il naso. Si manifestano laddove vi è una base umida (da qui l’importanza delle giuste calzature ad esempio) e con scarsa circolazione sanguigna, aggravata per l’appunto dalle basse temperature. L’area lesionata dal gelone diventa gialla-grigia, prude, formicola, da la sensazione di intorpidimento, in alcuni casi è presente anche dolore e nelle forme più serie gonfiore, arrossamento e vesciche. E’ una situazione trattabile e reversibile.
Il congelamento
Un altro rischio importante che si può sviluppare con temperature anche poco al di sotto dello zero gradi è il congelamento. In un primo momento la parte interessata diventa banco-grigia evidenziando una scarsa affluenza di sangue. Basta cercare un caldo riparo e strofinarsi l’area colpita per migliorare la situazione che tendenzialmente non è dolorosa. Se però non si riesce a riscaldarsi, i tessuti possono andare incontro a necrosi. Le zone più colpite in genere quelle più esposte e meno irrorate dal sangue ovvero gli arti, il naso, le guance, il mento o i lobi delle orecchie (le stesse zone dei geloni). Non sono episodi frequenti al giorno d’oggi, perché solitamente si può raggiungere un riparo adeguato in tempi brevi, ma i fatti di cronaca di questi giorni ci raccontano purtroppo di numerose amputazioni e vittime del congelamento. Questa condizione, è facilitata da un’insieme di concause: freddo, vento gelido ed umidità intensa. Fondamentali per prevenire semplici accortezze come evitare di trascorrere la notte all’aperto o indossare abiti e calzature adatte. Gravi episodi di congelamento possono manifestarsi anche in caso di immersione in acque fredde, I primi sintomi? Cute pallida, fredda e con edema che successivamente diventa rossa e poi viola, cianotica e dolente: compaiono bolle e se l’esposizione al freddo persiste anche la gangrena, fino al congelamento generale che interessa tutto l’organismo. I soccorsi devono essere immediati in questo caso.
L’ipotermia o assideramento
L’ipotermia (o assideramento) è l’evento estremo e più rischioso dovuto al freddo: si manifesta quando la temperatura del corpo scende sotto i 35°C, contesto nel quale le funzioni vitali cessano di essere efficienti. Importante è riconoscere i primi sintomi: inizialmente si parla a scatti, con difficoltà che dal linguaggio subentrano subito dopo alla deambulazione; si comincia ad avere uno stato di confusione mentale, i muscoli si contraggono, si perde il coordinamento degli arti, il senso di affaticamento diventa insopportabile ed infine si perdono i sensi e può sbentrare uno stato di coma. I soccorsi vanno apportati prima di arrivare a tutto ciò, riscaldando il corpo anche con bevande calde, ma mai con alcolici.
Fonte: Ministero salute
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