Per prevenire e controllare la pressione alta c’è una nuova arma a disposizione. Si tratta di un test sul DNA, messo a punto dal Centro Diagnostico Italiano di Milano, in grado di rilevare il rischio genetico di sviluppare l’ipertensione e di individuare, in base al paziente, la terapia personalizzata più efficace.
Sono molti gli italiani a soffrire di ipertensione, una patologia subdola, per molti anni silenziosa, ma che incide sensibilmente sulla qualità della vita, senza contare che è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari gravi, come l’infarto, l’ictus e lo scompenso cardiaco. Come ha Vittorio Grazioli, direttore del Laboratorio del Centro Diagnostico Italiano:
Il test è l’applicazione clinica delle più recenti ricerche sul genoma che hanno individuato un ampio numero di geni le cui varianti determinano un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e di altri geni, legati ai meccanismi fisiologici di regolazione pressoria, che possono indirizzare a una terapia mirata e personalizzata. Si tratta di una cura quindi più efficace, nei casi in cui l’ipertensione sia già presente. In particolare, questo nuovo strumento di diagnosi è indicato per i pazienti che hanno una storia familiare positiva per ipertensione arteriosa o patologie cardiovascolari, per persone con ipertensione arteriosa che non rispondono bene ai farmaci e soggetti con fattori di rischio cardiovascolare importanti come obesità, diabete e tabagismo.
Il test del DNA consiste in un semplice tampone. Basta, infatti, raccogliere un campione di mucosa della bocca o sottoporsi ad un prelievo di sangue. Il test molecolare analizza all’interno del DNA così ottenuto alcune specifiche varianti genetiche in grado di influenzare la pressione sanguigna. Il test vanta un’accuratezza del 99%.
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