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Legge sul dolore cronico quasi sconosciuta ai medici

 Almeno il 26% degli italiani combatte con un dolore cronico di natura non oncologica: neuropatie, mal di schiena ed artrosi le cause più diffuse. Una scarsa conoscenza della legge sul dolore da parte dei medici e la prescrizione di farmaci sbagliati come terapia portano l’Italia al terzo posto in Europa per numero di pazienti ed al primo posto per la prescrizione di fans, gli antinfiammatori non steroidei.

Numeri che potrebbero calare se le leggi al riguardo e le terapie dedicate fossero messe in atto senza paura e con cognizione di causa. Gli oppioidi, ad esempio, rappresentano la cura migliore ma, per motivazioni forse legate a paura, ancora non vengono prescritte con la giusta dovizia ai malati. Portando ad una scorretta gestione del problema.

A darne una diapositiva chiara ci ha pensato IMPACT 2012 (Interdisciplinary Multitask Pain Cooperative Tutorial Pain Relief Organisational Activity Enhancement), un summit multidisciplinare dedicato a fare il punto sulla terapia del dolore nel nostro Paese a due anni dalla legge 38/2010.

Un testo che purtroppo, è stato rilevato, è ignorato da almeno un terzo dei sanitari che dovrebbe utilizzarlo come valido aiuto per favorire la creazione di terapie migliori al fine di gestire il dolore cronico dei pazienti. Il problema maggiore risiede nell’ignoranza di una percentuale importante dei medici di base che, non applicando la legge immediatamente, non solo affrontano in maniera errata la patologia, ma portano ad un circolo vizioso comprendente una forte spesa pubblica ed il peggioramento delle condizioni dei malati.

Anche spostandosi nel settore specialistico e quindi nelle strutture ospedaliere, la situazione non cambia. Commenta il presidente dell’associazione  di pazienti “Vivere senza doloreMarta Gentili:

Un medico su tre ad esempio non sa che non è più obbligatorio il ricettario speciale per prescrivere gli oppioidi, solo uno su cinque sa che questi farmaci si possono usare per il dolore severo non oncologico. La legge 38 ha posto le basi per una svolta nella valutazione e nel trattamento del dolore cronico, ora tutti gli operatori del settore devono però prodigarsi perché venga applicata, a cominciare dagli ospedali. Solo così garantiremo ai milioni di malati di dolore cronico una vita che valga la pena di essere vissuta.

Anche perché attraverso una corretta gestione del dolore cronico e quindi dei farmaci appositamente dedicati alla patologia stessa, sarebbe possibile non solo sprecare meno soldi su medicinali inutili, ma al contempo impiegare i fondi risparmiati nell’aiutare davvero e nel modo giusto chi ne ha bisogno.

IMPACT 2012

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