Una buona notizia arriva dall’Istituto Superiore di Sanità il quale, insieme ad altre associazioni che studiano il fenomeno dell’Aids, ha censito i malati di questa terribile malattia sul territorio italiano, e ha fatto il punto sulle recenti tecniche per combatterlo.
Secondo gli ultimi dati, la morte per Aids diventa sempre più rara in Italia. Nonostante non ci siano ancora terapie per guarire dal contagio da Hiv, esistono dei farmaci antivirali che ne rallentano l’azione e allungano la vita. Rispetto al 1985 in cui il tasso di mortalità era del 94,4%, oggi siamo scesi al 9%. Un calo vistoso dovuto ai maggiori controlli e al miglioramento delle cure. Ma non c’è comunque da esultare tanto. Infatti a fronte di una diminuzione di decessi, c’è da registrare un aumento di contagi.
Dagli anni ’80 ad oggi infatti i malati di Aids sono aumentati del 60%, e le cause fondamentali sono due: l’aumento dell’immigrazione e la non-consapevolezza di essere stati contagiati. Se infatti l’aumento del flusso migratorio era scontato che portasse un aumento di malattie, non solo l’Aids, il dato preoccupante è che sono tantissimi gli italiani che non sanno di essere malati, e proprio questa ignoranza porta ad aumentare i contagi.
La piaga degli anni ’80, il contagio tra gli omosessuali, non è più così tanto al centro dell’attenzione, perché secondo gli esperti, il numero dei contagi è pressocché identico tra etero, omo e bi-sessuali. Il problema vero è che mancano i controlli e la preoccupazione per la propria salute. I dati parlano chiaro. Nel 1996 il 20,5% dei contagiati veniva a sapere della propria malattia almeno 6 mesi dopo il contagio, nell’ultimo anno di rilevazione, 2008, questo numero è salito fino al 59,7% dei casi. Addirittura pare che un italiano su 4 non sa di essere sieropositivo.
Sotto accusa sono quelle persone che sanno che il proprio partner è malato, ma non prendono ugualmente le precauzioni, e coloro i quali hanno rapporti sessuali con più persone, spesso anche semi-sconosciute, e non si sottopone periodicamente ai controlli medici. Va bene che oggi si muore meno di Aids, ma la prevenzione ed il controllo non devono mai venir meno.