Non bisogna essere allenati solo per praticare uno sport, ma anche per tifare una qualsiasi squadra.Questo perché chi è tifoso rischia più di chiunque altro di rimanere vittima di patologie cardiache.
È questo il risultato di uno studio condotto dai ricercatori della Good Samaritan Hospital e dell’università di Los Angeles, pubblicato sulla rivista American Journal of Medicine. A quanto pare, i tifosi particolarmente stressati e dotati di una forte dose di aggressività relativa alla propria squadra, rischiano l’infarto più di una persona non sottoposta a tali tipologie di stress.
Per porre fine a questa tendenza, rilevata ultimamente, i medici consigliano l’utilizzo dei farmaci come betabloccanti ed aspirina o, ove la faccenda non risulti ancora compromessa, un corso specifico per il controllo delle emozioni e della rabbia.
Secondo i ricercatori infatti la scarica di adrenalina che si verifica all’interno dell’organismo nei fan più “attivi” rischia di risultare pericolosa, soprattutto se si aggiunge la componente psicologica derivante dalla necessità di osservare una buona performance in caso la squadra si trovi in casa o vi siano probabilità di sconfitta. Un fattore di rischio che cresce esponenzialmente quando il tifoso ha già di per sé delle patologie cardiache o le coronarie ostruite. Non per questo però è esule da problemi chi eccede con alcol e fumo.
Nello studio, tra le situazioni studiate, compare anche il mondiale di calcio di Germania 2006. Nei giorni nei quali la nazionale tedesca scendeva in campo, i pronti soccorsi registrarono più del doppio dei casi di infarto e più di tre volte il normale numero dei ricoveri per aritmie cardiache. Non si tratta di una coincidenza, lo studio ha dimostrato come il picco dei ricoveri avvenisse a due ore dall’inizio di ogni partita e di come sia verificato in maniera decisamente eclatante dopo la sconfitta della Germania in semifinale.
Ma non è solo il calcio mietere vittime in Europa, anche il superbowl negli Stati Uniti fa costantemente la sua parte.