Sarà vero che i fattori di rischio per l’infarto sono tanti e molto influenti, ma è anche vero che molto spesso una persona che fa una vita sana può incorrere in problemi di cuore. A questo mistero hanno potuto recentemente rispondere dei ricercatori italiani sulla rivista Nature Genetics.
La risposta sarebbe nei propri geni. E’ stato infatti individuato il gene ereditario che può portare a tali condizioni, ma anche la metodologia per diagnosticarlo precocemente. La ricerca, coordinata dal dottor Diego Ardissino e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, è stata effettuata su circa 1.500 persone sotto i 45 anni, osservati per 10 anni dal ’98 al 2008. Si teneva sotto controllo l’infarto miocardico precoce, cioè quell’infarto che colpisce persone giovani che non presentavano alcun sintomo di tale pericolo. Un po’ come quegli atleti che perdono la vita durante una gara o un allenamento, e per cui nessuno aveva sospettato un problema cardiaco.
I primi dati hanno parlato di un pericolo di progressione dell’aterosclerosi coronarica che, anche in assenza di fattori di rischio come colesterolo o ipertensione, possono portare ad un infarto. Il punto cruciale di questa scoperta è, ammette Ardissino, che:
D’ora in poi chi ha consistenti precedenti familiari o personali per queste particolari patologie, può accertare, attraverso raffinate analisi del sangue, se è geneticamente predisposto all’infarto.
In pratica un metodo di diagnosi più che precoce, in quanto sarebbe possibile individuare la predisposizione alla malattia in un bambino o addirittura prima della nascita. Con le moderne tecniche di inseminazione artificiale che consentono (non in Italia) la selezione genetica, cioè l’eliminazione di geni che possono favorire l’insorgere di tumori, malattie ereditarie, ed ora anche l’infarto, si potrebbero salvare tantissime vite. Secondo il cardiologo questa scoperta servirà a mettere in allarme anche i giovani che vogliono intraprendere uno sport. Se gli venisse diagnosticato tale problema, potrebbero evitare di sforzare il loro cuore, tentando di vivere una vita quanto più normale possibile. Senza contare che ora, individuata la causa della malattia, sarà più facile individuarne anche la cura.
Fonte: [Corriere della Sera]