L’assunzione di sonniferi potrebbe aumentare in modo significativo il rischio di attacchi di cuore. A lanciare l’allarme, la China Medical University di Taiwan, che ha presentato i risultati di uno studio durante il meeting annuale dell’American Heart Association a Dallas, in Texas, la più grande conferenza mondiale di cardiologia.
I problemi legati alla mancanza di sonno sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare, basti pensare che in Italia 1 persona su 10 ricorre ai sonniferi per dormire. Le cause sono diverse, ci sono quelle note come la caffeina, le sigarette, l’alcol, l’obesità e la vita troppo sedentaria, ma da studi recenti emergono fattori nuovi, in primis la dipendenza dai dispositivi elettronici. Molti, infatti, hanno la cattiva abitudine di usare i social network, tablet e smartphone prima di mettersi a letto. Secondo alcuni studi, infatti, l’uso continuativo di cellulari, computer o tavolette multimediali per oltre 2 ore può portare a un calo dell’ormone essenziale per la regolazione del ritmo circadiano (melatonina).
La ricerca presentata alla conferenza mondiale di cardiologia è stata condotta su 5mila vittime di infarto, che sono state monitorate e analizzate per confrontare i dati con quelli di 20mila adulti sani. Dai risultati è emerso come vi fosse un tasso notevolmente più alto di attacchi di cuore nelle persone che avevano assunto Zolpidem, un farmaco ipnotico con benzodiazepinico molto diffuso.
Secondo gli esperti, il rischio di eventi cardiaci sarebbe dose/dipendente, ossia più se ne assumono, più aumenta la possibilità. Dallo studio è emerso che l’assunzione di 35 milligrammi di principio attivo all’anno (equivale a 4 pillole) farebbe aumentare del 20% il rischio di infarto. Seguendo questo calcolo, l’assunzione su base annua equivalente a 60 pillole farebbe raddoppiare l’eventualità di un attacco di cuore.
Sebbene i ricercatori della China Medical University di Taiwan non siano riusciti a provare un collegamento definitivo tra l’assunzione del Zolpidem e l’infarto miocardico acuto, hanno dichiarato che i risultati dello studio sono preoccupanti e meritano indagini più approfondite e su larga scala.
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