La dieta vegetariana sarebbe un toccasana per il cuore. A sostenerlo, un nuovo studio condotto dal Cancer Epidemiology Unitd dell’Università di Oxford, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori hanno coinvolto ben 44.500 persone, arruolate nel corso degli anni ’90 e seguite per 11 anni, di cui il 34% erano vegetariane.
Durante il periodo del follow-up, 169 persone sono morte in seguito a malattie cardiovascolari, mentre 1.066 sono state ricoverate in ospedale, sempre per problemi cardiaci e nella maggior parte dei casi si trattava di onnivori. Perché citare questi “numeri”, perché rendono chiaramente la misura di qualcosa.
Gli esperti, dopo aver sottoposto i partecipanti a questionari specifici e aver escluso fattori discriminanti come il fumo, l’attività fisica, l’età, il sesso, l’assunzione di alcol, il background socio-economico e il livello di istruzione, sono convenuti sul fatto che il rischio di malattie cardiache nei vegetariani è di circa un terzo inferiore rispetto agli onnivori e questo perché chi segue una dieta povera di alimenti di origine animale ha in genere un indice di massa corporea più basso, ha valori di colesterolo più bassi e una pressione sanguigna più regolare. Inoltre, nei vegetariani si riscontrano anche meno casi di diabete, che come certamente saprete, è correlato alle malattie cardiovascolari. Non è un caso, infatti, che la maggiore causa di mortalità nel paziente diabetico è proprio la cardiopatia ischemica.
Come ha commentato l’autrice principale dello studio, la dottoressa Francesca Crowe:
La principale differenza di rischio è probabilmente dovuta agli effetti sul colesterolo e alla pressione sanguigna, e mostra l’importante ruolo della dieta nella prevenzione delle malattie cardiache.
È chiaro che la dieta vegetariana non è sinonimo di cuore sano, ma è evidente che ridurre i grassi animali e i grassi saturi, aumentando il carico di verdura e frutta, ma anche di proteine vegetali, aiuti a prevenire le malattie cardiovascolari.
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