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No alla pennichella dopo il pranzo, un rischio per le arterie

La pennichella dopo il pranzo, abitudine tanto cara agli italiani, fa bene o fa male? Cercare una risposta univoca e incontrovertibile a tal proposito significa cacciarsi in un autentico ginepraio, c’è chi sostiene, infatti, che abbassi la pressione sanguigna e rafforzi la memoria a lungo termine, e chi, invece, favorisca il diabete.

A schierarsi con i detrattori del pisolino pomeridiano sono anche i ricercatori dell’Università di Reading, che, in occasione dell’80° Congresso Europeo di Arteriosclerosi, in corso proprio in questi giorni a Milano, hanno presentato i risultati di uno studio, che dimostra come dormire subito dopo il pranzo non solo aumenterebbe il senso di pesantezza, ma anche il rischio di intasare le arterie.

Come ha spiegato Alberico Catapano, docente di Farmacologia all’Università di Milano e, dal prossimo anno, presidente della Società europea di arterosclerosi (Eas):

Il pranzo può causare un picco di trigliceridi, con incrementi, dopo un’ora dal pasto, fino al 300% rispetto ai valori a digiuno: è un fenomeno dovuto agli acidi grassi liberi che vengono rilasciati dal tessuto adiposo contribuendo così ad aumentare il rischio di malattie cardiache e problemi coronarici.

Secondo gli esperti, infatti, sarebbe meglio sostituire la classica pennichella dopo il pranzo, con una bella passeggiata, o comunque non restando fermi. Fare una piacevole camminata a passo svelto per 30 minuti, infatti, ha picchi di trigliceridi meno alti rispetto alle persone sedentarie.

Dalla ricerca, inoltre, è emerso come un’attività aerobica moderata dopo il pranzo (esercizi basati sulla durata e sulla resistenza e non sulla potenza muscolare) aiuti a tenere lontano le malattie cardiovascolari (ipertensione, coronaropatie, disfunzioni cardiache e infarto), che sono sempre più diffuse, tanto da essere all’origine del 40% dei decessi. Senza dimenticare che sono causa anche di disabilità di lunga durata.

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