L’infarto è una delle patologie più comuni nel mondo Occidentale. Solo in Italia il numero delle persone, sia uomini che donne, che mediamente ne subiscono uno sono 120 mila all’anno. Una stima ottimistica, ma che si prevede possa raddoppiare in meno di 10 anni. Sono in molti quelli che riescono a superarlo, e per quasi tutti questa ritrovata salute li fa sentire come se cominciassero una nuova vita. Questo, stando ad un recente sondaggio spagnolo, accade nel 90% dei pazienti, e come spesso succede in questi casi, quando si vuol cambiar pagina, si comincia dallo stile di vita e dall’alimentazione.
Così spesso accade che una persona recentemente colpita da infarto faccia una promessa solenne: cambiare abitudini e condurre uno stile di vita sano. Peccato però che l’80% delle volte, dopo i primi tempi di entusiasmo, si ritorni sulla vecchia via, e si riprendano molti (se non tutti) dei vizi appena abbandonati. Questo aumenta nuovamente il rischio di contrarre qualche patologia cardiaca, la quale potrebbe causare un nuovo infarto. Ma un nuovo medicinale potrebbe prevenire questo accadimento.
Presentato dalla WHF al Congresso di cardiologia ESC di Barcellona, in particolare dai ricercatori Daiici Sankyo e Eli Lilly, è quasi pronto per il commercio il Prasuggrel, un medicinale che, combinato con la semplice aspirina, può ridurre drasticamente la possibilità dell’infarto. Ciò è reso possibile dalla cosiddetta proprietà “profarmaco“, cioè un metabolita attivo che ha effetto farmacologico.
Il beneficio principale è che, specialmente nei pazienti con sindromi coronariche acute, o che stanno seguendo delle terapie riabilitative (i più a rischio di una ricaduta), evita la formazione di coaguli sanguigni provocati dallo stent. La possibilità di un secondo infarto dunque non è completamente eliminata, ma ridotta di molto, permettendo così al paziente di ritornare a vivere in un modo quanto più simile alla normalità, e con qualche assillo in meno.
[Fonte: Leggo]