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Scompenso cardiaco acuto o cronico: sintomi e terapia

Lo scompenso cardiaco congestizio, sia esso acuto o cronico, è una condizione per la quale il cuore non riesce più a pompare le quantità di sangue necessarie all’organismo per poter funzionare adeguatamente in ogni suo livello (muscolare, metabolico, ecc.). Vediamo insieme quali sono i principali sintomi e quale terapia si può attuare.

Scompenso cardiaco acuto o cronico, i sintomi

E’ necessario prima di tutto fare una distinzione tra scompenso cardiaco acuto e cronico. La prima condizione è di solito in sintomatologia e pericolosità molto più intensa della seconda. Quando la manifestazione è acuta vi è l’immediata necessità di agire tempestivamente per salvare la vita della persona. Lo scompenso cardiaco cronico è al contrario caratterizzato da una progressione più graduale. Di solito circa la metà dei pazienti affetti da quest’ultimo vive almeno 10 anni dalla diagnosi. Fate attenzione, sono diversi i fattori di rischio di questa malattia cardiaca, e tra di essi figurano anche alcune categorie di farmaci, lo stress, l’obesità, problemi di tipo neurologico e malformazioni cardiache.

La fisiopatologia dello scompenso cardiaco può essere ricondotta ad alterazioni della funzione sistolica del cuore, nel momento nel quale la stessa non è più in grado di supportare il carico emodinamico eccessivo che l’organismo, magari a causa di una cardiopatia ischemica, di un ispessimento delle arterie o di uno stato di grave ipertensione non curata, è costretto a sopportare. E’ la sofferenza stessa del muscolo cardiaco a dare il via ad una situazione di scompenso cardiaco.

Per quanto i medici possano contare su delle linee guida specifiche, non sempre è facile riconoscere i sintomi dell’insufficienza cardiaca. In alcuni casi, negli stati più precoci la sintomatologia può essere assente o non essere considerata con attenzione dal paziente che tende a non tenere da conto eventuali affanni o sensazioni di stanchezza. Nei casi più evidenti, quando il cuore non riesce a pompare le giuste quantità di sangue per irrorare organi come il cervello o i reni, i sintomi sono più evidenti e riguardano in particolare:

  • aumento delle dimensioni del cuore,
  • carenza di energia e stanchezza,
  • sonno disturbato a causa di respirazione difficoltosa,
  • gonfiore di piedi e gambe,
  • perdita di appetito accompagnata da gonfiore addominale,
  • tosse con catarro o espettorato schiumoso,
  • difficoltà respiratorie,
  • confusione e perdita di memoria,
  • aumento della minzione notturna,
  • unghie ed estremità delle mani di colore blu per la mancanza di ossigenazione.

Nei casi più gravi di scompenso cardiaco ci si può trovare a dover affrontare una conseguenza che può rivelarsi fatale: l’edema polmonare, ovvero l’accumulo di liquido all’interno dei polmoni. Si tratta di una condizione che appare con più facilità quando lo scompenso cardiaco è di tipo cronico. In questo caso è necessario risolvere immediatamente l’edema per evitare che il paziente non solo rischi di rimanere soffocato dal liquido presente nei polmoni, ma per allontanare lo spettro di un infarto o altre patologie correlati potenzialmente letali.

Scompenso cardiaco acuto o cronico, la terapia

La terapia per lo scompenso cardiaco prevede diversi approcci di solito farmacologici. Se il paziente è giovane e non affetto da altre patologie pregresse che possano metterne a repentaglio la vita viene presa in considerazione anche l’ipotesi del trapianto di cuore. La terapia farmacologica, quella più utilizzata e concordata con il medico in base alla fase della malattia conta sull’utilizzo, a seconda dei casi di uno o più dei seguenti medicinali:

  • farmaci vasodilatatori che riducono la congestione polmonare e aumentano la gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue espulso dal ventricolo in un minuto,
  • farmaci ACE-inibitori o sartani che provvedono a diminuire la costrizione dei vasi arteriosi diminuendo la pressione arteriosa
  • digossina,
  • betabloccanti adibiti a diminuire la frequenza cardiaca,
  • farmaci diuretici per controllare la ritenzione cardiaca.

Da accompagnare ovviamente ad una totale revisione dello stile di vita sia in termini di mobilità che alimentazione.

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Fonte: Heart.org