Una nuova terapia chirurgica per il trattamento della carcinosi del peritoneo. O meglio un approccio multimodale messo a punto da una squadra di scienziati dell’Aoup coordinata da prof. Piero Lippolis. Ancora una volta Pisa appare essere all’avanguardia nello gestire patologie difficili da curare.
La carcinosi del peritoneo è una forma di tumore molto rara che colpisce la membrana sottile che ricopre l’intera cavità addominale. Essa è, a livello pratico, una possibile evoluzione del cancro ovarico e del tumore del colon retto che fino ad ora era considerata incurabile e che veniva trattata semplicemente con delle cure palliative per non fare soffrire la persona inutilmente e per portarla, attraverso alcuni cicli di chemioterapia, alla canalizzazione intestinale nel migliore dei casi.
Il gruppo di scienziati dell’Università di Pisa ha invece trattato il caso di un uomo di 62 anni colpito dalla neoplasia, come anticipato, con un approccio multimodale seguito da chemioterapia ipertermica intraperitoneale. In cosa è consistito il lavoro dei medici? Essi hanno rimosso il più possibile le cellule tumorali a livello chirurgico procedendo poi con l’infusione di farmaci antitumorali direttamente sul tavolo operatorio tenuti ad una temperatura costante di 42-43 °C. Ad alte temperature è più facile infatti rimuovere le cellule tumorali e le stesse appaiono essere più sensibili all’azione dei medicinali.
Non si tratta di una terapia facile da attuare: gli interventi necessari alla sua esecuzione sono lunghi ed impegnativi e nel caso dell’uomo operato a pisa ci sono volute circa 10 ore per completare ogni procedura. Questa tecnica prende il nome di peritonectomia+Hipec e non tutti i pazienti sono adatti ad essere trattati con la stessa a tal punto che presso la struttura pisana la loro candidatura viene valutata da diverse equipe prima di essere accettata.
Si tratta di un approccio ancora non diffuso moltissimo nel nostro paese: è auspicabile che sempre più specialisti apprendano come metterla in atto per dare maggiori speranze di sopravvivenza ai malati di carcinosi del peritoneo.
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