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Emorroidi, quando la cura è l’operazione chirurgica

 Le emorroidi sono un problema abbastanza comune e facilmente controllabile con uno stile di vita adeguato oltre che con alcuni farmaci e rimedi naturali specifici. Possono provocare fastidio, prurito, ma anche dolore a tal punto da rendere complicato il normale svolgimento delle attività quotidiane. In tal caso può essere necessario sottoporsi ad intervento chirurgico. Ecco quali le possibilità che il medico specialista potrebbe proporvi.

Tecniche mininvasive per curare le emorroidi

Il dolore delle emorroidi è a volte dovuto alla formazione di un coagulo di sangue all’interno delle vene, coagulo che si può rimuovere con una semplice incisione nell’ambulatorio del medico laddove si tratti di emorroidi esterne. Tra le altre tecniche mininvasive troviamo:

  • Legatura dell’emorroide interna: con un doppio elastico si blocca la circolazione del sangue nell’area dell’emorroide, a tal punto da essiccarla e farla avvizzire. E’ efficace ma può avere qualche complicanza.
  • Scleroterapia: tale metodica consiste nell’iniettare una sostanza chimica all’interno dell’emorroide capace di provocarne la sclerotizzazione e dunque di ridurla di volume eliminandone i sintomi. Una metodica più semplice della precedente, ma lievemente meno efficace.
  • Coagulazione: è possibile utilizzare metodiche laser o infrarossi per coagulare le emorroidi sanguinanti e per ridurne il volume: scarsi effetti collaterali, ma maggiore possibilità di recidiva

La chirurgia per le emorroidi

Se le procedure finora elencate non hanno avuto successo ed i sintomi dolorosi ed il sanguinamento alterano significativamente la qualità della vita può essere il caso di sottoporsi ad intervento chirurgico vero e proprio, sempre a livello ambulatoriale o all’occorrenza con un breve ricovero di circa 24 ore. Le tecniche essenzialmente utilizzate sono due: l’emorroidectomia, ovvero la resezione chirurgica della vena gonfia ed infiammata, e la pinzatura dell’emorroide stessa che si basa sullo stesso principio della legatura.

Per ciò che riguarda l’emorroidectomia si può utilizzare la semplice anestesia locale, da sola o combinata con sedazione, oppure l’anestesia spinale o quella generale. Tutto dipende dalle condizioni generali di salute del paziente e dalla scelta concordata con il chirurgo. Essenzialmente è l’intervento d’elezione, ma anche quello che può sviluppare maggiori complicanze post operatorie (difficoltà a svuotare la vescica ed infezioni del tratto urinario e dolore forte).

La pinzatura comporta invece un minore dolore post operatorio ed un recupero più rapido della quotidianità: maggiore però è il rischio di recidiva e quello ben peggiore di prolasso del retto e dell’ano. Per tutti questi motivi, prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico è importante valutare bene i rischi ed i benefici col proprio medico, onde individuare la migliore opzione del caso.

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