Nei giorni scorsi, all’ospedale Misericordia di Grosseto, sono stati eseguiti 2 interventi all’avanguardia sul fegato e sull’esofago dal dottor Andrea Coratti, direttore dell’Area Chirurgica, e dalla sua équipe grazie alla chirurgia robotica. Di solito, queste operazioni chirurgiche vengono eseguite con la tecnica tradizionale, molto più invasiva e con maggiori rischi di complicanze post operatorie, degenza più lunga e un recupero più lento delle condizioni di normalità.
La prima operazione ha coinvolto una donna di 38 anni affetta da un cancro al fegato benigno. In genere queste patologie benigne non vengono trattate chirurgicamente a meno che la crescita eccessiva non determini la comparsa di sintomi e disturbi. Lesioni così grandi, tuttavia, vengono solitamente operate a cielo aperto anche nei grossi centri dedicati alla chirurgia epatica e non con tecniche mininvasive come avvenuto a Grosseto. La paziente, infatti, è stata sottoposta all’asportazione di circa il 60% del fegato con il robot.
Come ha spiegato il dottor Coratti:
La particolarità tecnica è consistita nella necessità di un isolamento completo della vena cava retroepatica, completamente compressa dall’angioma. La manovra è già di per sé molto complessa ad addome aperto, ma il robot ha consentito di effettuarla anche con la tecnica mini-invasiva. L’intervento, benché di estrema complessità tecnica, non ha presentato complicanze. Le perdite ematiche sono state minime e la paziente non ha avuto necessità né di emotrasfusioni, né di risveglio in terapia intensiva. L’accesso chirurgico è stato ridotto a 5 piccole incisioni cutanee, inferiori ad 1 centimetro, oltre ad una piccola incisione sovrapubica per l’asportazione dell’organo che, in seguito, non sarà visibile. La degenza è stata di soli 4 giorni, un tempo impensabile nel caso di un intervento con tecnica tradizionale, con una rapida ripresa delle condizioni di salute della donna.
Il secondo caso, ha riguardato un uomo di 67 anni, affetto da un tumore maligno dell’esofago. Questo tipo di tumore, quando operabile, viene abitualmente trattato con un intervento combinato su torace e addome. La procedura adottata sino ad oggi prevede una duplice apertura, prima dell’addome e poi del torace. Si tratta di un’operazione invasiva e che comporta problemi post operatori frequenti.
In questo caso, invece, non è stato necessario asportare tutto l’esofago, in quanto, grazie al robot è stato possibile eseguire un’accurata sutura tra stomaco ed esofago residuo all’apice del torace. È stato, inoltre, possibile eseguire la ricostruzione del torace,con estrema accuratezza a torace chiuso. Il paziente è uscito dalla sala operatoria con 5 piccole incisioni addominali e 3 toraciche, più una piccola apertura toracica per la rimozione del tratto di esofago asportato. E’ stato trasferito in terapia intensiva nelle prime 12 ore, per poi tornare in degenza ordinaria. Dopo cinque ha iniziato a bere ed dopo una settimana ad alimentarsi. Il successivo decorso post operatorio è stato regolare, seppure prolungato da un versamento pleurico.
Fonte: USL Grosseto; Photo Credit|ThinkStock