Per il trattamento del diabete è stata introdotta da poco una nuova terapia: l’insulina biosimilare. Questa tipologia di farmaci non era stata ancora inserita in un ambito particolare come quello diabetologico. Bisogna fare attenzione: non va confuso con un medicinale generico.
Differenza tra farmaco generico e biosimilare
Qual è la differenza tra un farmaco generico ed uno biosilimilare? Come spiega il prof. Pier Luigi Canonico, direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco, presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, il medicinale generico è una formulazione di sintesi chimica, dal basso peso molecolare e facilmente riproducibile in laboratorio. Il farmaco biosimilare invece è un prodotto complesso di alto peso molecolare ottenuto con la tecnica biotecnologica del DNA ricombinante. Per essere commercializzato quest’ultimo deve aver mostrato delle caratteristiche cliniche di sicurezza, efficacia e immunogenità uguali a quello originale.
L’insulina biosimilare
E’ la prima nel suo genere: l’insulina glargine biosimilare è considerata un’innovazione importante perché messa a disposizione a prezzi più bassi e quindi con meno oneri per i pazienti e per il Sistema Sanitario Nazionale. Altro punto a suo favore? Una metodologia di somministrazione meno complicata per i malati di diabete grazie ad una penna di infusione rinnovata nella sua composizione. Spiega il prof Agostino Consoli, ordinario di Endocrinologia all’Università di Chieti e Pescara:
Insieme a questo farmaco, saranno offerti nuovi strumenti educativi e servizi sviluppati per essere semplici, chiari e con un linguaggio vicino al paziente, facilitando la gestione della terapia insulinica basale. Occorre comunque ricordare che la scelta di utilizzare un farmaco biosimilare è una scelta che appartiene al medico. Specialmente nel caso di pazienti già in terapia insulinica, la “sostituzione automatica” non è una opzione praticabile e non può e non deve prendere il posto di una scelta clinica ragionata che valuti la convenienza ed i vantaggi.
Nonostante gli studi condotti su campioni di persone affette sia da diabete di tipo 1 che da diabete di tipo 2 abbiano mostrato che non esistano differenze significative per ciò che concerne l’efficacia e la sicurezza, prima di eseguire cambiamenti terapeutici sarà necessario verificare a monte quali sono le effettive condizioni dei pazienti e quali vantaggi si potrebbero trarre per la loro salute al fine di raggiungere un controllo metabolico ottimale.
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