Anche Facebook scende in campo con Save The Children per combattere l’epidemia di ebola in corso in Africa. Mark Zuckerberg ed il suo social network hanno deciso di rende più facile anche per i suoi utenti il far parte del fronte che combatte contro il virus.
Tra i problemi maggiori nella lotta all’ebola, oltre alla mancanza di cure, vi è anche una cronica mancanza di fondi che rende impossibile addirittura mettere in atto una corretta prevenzione mettendo a disposizione degli operatori sanitari in zona il materiale di protezione nei confronti della malattia. E’ qui che Facebook entra in campo, invitando gli utenti del social network, attraverso un messaggio nella parte superiore della loro sezione notizie, a fare una donazione a diverse organizzazioni che operano il territorio, tra le quali figura anche Save The Children. Come spiega Filippo Ungaro, direttore della comunicazione e delle campagne della stessa:
Per gli utenti di 34 paesi, tra cui l’Italia, questa sarà un modo semplice per dare il proprio contributo per sostenere le organizzazioni che stanno combattendo contro la peggiore epidemia di ebola nella storia. Questa iniziativa ci dà la possibilità di raccogliere fondi in un momento in cui dobbiamo fare uno sforzo importante per invertire la tendenza nella diffusione del virus e fermare la malattia.
L’associazione è in loco impegnata nella formazione degli operatori sanitari, nella gestione dei centri di trattamento e nella diffusione della prevenzione tra la popolazione per far si che i contagi di ebola rallentino grazie ad una maggiore attenzione da parte della popolazione alle principali regole igieniche da applicare in caso di possibile contatto con malati d’ebola. Ha spiegato Mark Zuckerberg:
È fondamentale tenere sotto controllo nel breve termine la diffusione di ebola, in modo che non si diffonda ulteriormente e diventi una crisi sanitaria globale per i prossimi anni, come l’HIV o la poliomielite.
Ed ha ragione. Mai come in questo caso è necessario rimanere uniti contro un virus come quello dell’ebola.
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