Così come, subito dopo il primo caso di influenza A in Italia se ne sono susseguiti a decine, anche dopo il primo caso grave, cominciano ad arrivare notizie di altre persone in pericolo di vita. Stavolta accade in Campania, dove due uomini lottano tra la vita e la morte.
Il più grave è un uomo di 50 anni, ricoverato in rianimazione, in quanto era già ammalato in precedenza di quelle condizioni che, conciliate con il virus A H1N1, possono portare alla morte: polmonite e cardiopatia dilatativa con insufficienza renale grave. Ma un nuovo fattore è allo studio dei ricercatori. Pare infatti che la polmonite non fosse presente prima del contagio, ma sia stata causata proprio dal virus dell’influenza suina.
Il secondo caso, preoccupante ma meno grave del precedente, riguarda un uomo di 30 anni, il quale non si sa se sia stato contagiato durante le sue vacanze in Spagna, o durante la visita in Cilento dei giorni scorsi. Fatto sta che l’uomo, dopo aver accusato i primi sintomi, era corso all’ospedale per i controlli, ma dopo che gli era stato diagnosticato il virus dell’influenza A, ha accettato di ritornare a casa, senza farsi ricoverare.
Si tratta di una procedura comune, visto che in Campania, spiega Franco Faella, direttore del reparto d’emergenza dell’ospedale Vallo di Lucania, i casi di influenza suina sono stati centinaia, e non si poteva garantire un ricovero a tutti. Di solito, dopo la diagnosi, si monitorava la situazione del paziente a casa, il quale seguiva la terapia e veniva ricoverato solo se i sintomi si aggravavano. E proprio così è successo al trentenne di Cava dei Tirreni, il quale poche ore dopo essere stato dimesso, è tornato al pronto soccorso. Adesso è monitorato costantemente, la prognosi è riservata, ma secondo i primi dati sembra che stia già meglio, e la respirazione al momento è un po’ più regolare.
[Fonte: Repubblica]