Ci troviamo con tutta probabilità di fronte alla più leggera pandemia della storia finora registrata.
Con queste parole Marc Lipsitch, esperto dell’Università di Harvard, ha messo la parola fine alle polemiche tra catastrofisti e scettici dell’influenza suina. Questa è stata la pandemia che, pesante o leggera che fosse, ha creato più polemiche in tutta la storia medica. A mettere d’accordo chi diceva che fosse un’invenzione per far arricchire le case farmaceutiche, e chi invece parlava di minaccia per la salute pubblica, ci hanno pensato i freddi numeri, i quali ci raccontano che i decessi avvenuti dall’inizio dell’epidemia fino ad oggi, quindi in quasi un anno, sono stati tra i 10 e i 15 mila, e al massimo, nel caso in cui si prospettasse un nuovo picco di contagi dopo Natale, non si supererebbero mai le 60 mila morti, la cifra cioè considerata quasi “ottimistica” negli Stati Uniti solo pochi mesi fa.
A smorzare un po’ i toni invece ci prova Ira Longini, del team scientifico dell’Università di Washington a Seattle che ha per primo indicato come non pericoloso questo contagio. La dottoressa ha spiegato che:
se l’andamento dell’infezione continuerà come è stato sinora, si potrà dire che si è trattata di un’epidemia di media intensità.
Non sappiamo se ci sarà una epidemia preoccupante o no, non è ancora finita e le somme si potranno tirare solo alla fine, ma ora chi glielo dice al Ministero della Salute che ha buttato tanti soldi per dei vaccini che nessuno vuole fare, e che in molti casi si saranno rivelati inutili?