Dopo l’aviaria e la suina, la nuova influenza potrebbe arrivare dai pipistrelli. Si tratta per la precisione del virus A H1N1, quello della suina del 2009, il quale, come sospettavano i ricercatori, è mutato. Per fortuna pare sia mutato nel senso opposto al nostro, cioè non è detto che sia pericoloso per gli esseri umani, anche se sembra si stia diffondendo nelle altre specie animali.
La scoperta, effettuata in Guatemala, conferma che non ci siamo ancora liberati di questo virus che due inverni fa terrorizzò mezzo mondo, ma potrebbe fare luce sul modo migliore per combatterlo. Ciò che si sa finora è molto poco, ed è che si diffonde tra animali di specie diverse che hanno ben poco in comune. Finora infatti è stato identificato dal Center for Disease Control di Atlanta, oltre che nei pipistrelli e nei maiali, anche in alcuni uccelli acquatici, cani, cavalli, foche e balene.
Secondo i ricercatori questi potrebbero essere una specie di “serbatoio” di virus in cui potrebbero progredire e magari mutare fino a diventare pericolosi per l’uomo. Le prove in laboratoio finora sono state fallimentari visto che gli scienziati americani non sono riusciti ad “allevarlo” per capire meglio il suo funzionamento, mentre i test effettuati con i virus influenzali umani sono stati tutti negativi, il che fa pensare che probabilmente ancora non si è mutato a tal punto da essere pericoloso per l’uomo.
Gli studiosi comunque continuano ad essere cauti perché sostengono che anche se finora il virus pandemico non attacca l’uomo, non è detto che non possa mescolarsi con uno che invece lo fa, diventando in breve tempo pericoloso anche per noi. Tornando allo studio in questione, Ruben Donis, direttore della Molecular Virology and Vaccines Branch del centro di Atlanta ha spiegato che, almeno nell’immediato, possiamo stare tranquilli:
Si tratta di animali che mangiano frutta e insetti, ma che non mordono le persone. Eppure non è da escludere la possibilità di un contagio.
[Fonti: Ansa; Repubblica]
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