Attenzione alle fake news sul morbillo. La diffusione di informazioni sbagliate in merito alla sua prevenzione e cura rischia di mettere a repentaglio la salute di tanti bambini e adulti.
Serve corretta informazione in merito al morbillo
Si pensa erroneamente, pensando al passato, che il morbillo sia una malattia esantematica priva di conseguenze. Anche la recente epidemia negli Stati Uniti ci sta mettendo davanti al fatto, ancora una volta, che questo virus sia decisamente più pericoloso di ciò che si crede.
Combattere il morbillo non è una passeggiata e contrarlo può portare a conseguenze importanti a carico del sistema cardiocircolatorio e del sistema nervoso. È necessario quindi combattere la disinformazione che si sta man mano diffondendo sempre di più attraverso le fake news. Una corretta alimentazione, per quanto valida per il nostro organismo, non consente di sostituire il vaccino. Lo stesso è valido per la vitamina A che non basta ad assicurare una corretta prevenzione.
La società di pediatria sta lanciando l’allarme in tal senso, visto anche il supporto a queste tesi errate da parte di figure pubbliche di rilievo. In tal senso ha dato vita a un vademecum anti-fake per proteggere al meglio la salute delle persone. “La vitamina A non previene il morbillo”, si legge nel documento. E viene ricordato come l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi la sua somministrazione solo nei bambini e negli adulti già colpiti dalla malattia.
Il suo consumo infatti può aiutare nel ridurre il pericolo di complicazioni come danni agli occhi e cecità. “Tuttavia, l’assunzione di dosi elevate e prolungate”, si legge, “può essere pericolosa e può causare nausea, vomito, danni al fegato e aumento della pressione intracranica“.
Contagi in crescita in tutta Europa
Tutte problematiche che possono intaccare la salute e che di certo nessuno dovrebbe sperimentare. In Europa i casi di morbillo continuano a crescere ormai da un anno a questa parte. E l’Italia è la seconda nazione più colpita dopo la Romania, con quasi 1100 contagi.
È importante sottolineare che l’86% di questi casi coinvolge persone non vaccinate, a conferma di come la scarsa copertura sia la causa principale della presenza importante del virus.
Il fatto che in passato non si potesse contare su un vaccino non è una giustificazione per non utilizzarlo in questo momento. Soprattutto davanti alle possibili conseguenze per la salute per grandi e per piccini. Parliamo di una formulazione adeguatamente composta, testata e protetta. La quale consente di poter evitare in molti casi il contagio ma soprattutto di poter evitare una sintomatologia eccessiva e pericolosa.