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Omicron 5: sintomi, durata e cosa sappiamo

Omicron 5 è la variante di coronavirus attualmente più diffusa anche in Italia. Quali sono i suoi sintomi? Quanto dura? I vaccini anticovid sono in grado di proteggerci? Scopriamolo insieme.

Contagi in rialzo in tutto il mondo

Nel nostro paese i contagi da covid-19 hanno raggiunto una media di 100mila al giorno, per quanto riguarda i casi emersi. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità omicron 5 è, insieme alla variante omicron 4, la causa della crescita mondiale di contagi pari al 30%. Una caratteristica molto chiara di queste sotto varianti è che siano caratterizzate da una forte contagiosità a causa delle mutazioni della proteina spike sul virus.

In diversi casi la malattia sembra causare una sintomatologia più lieve ma è una caratteristica che non si può dare per scontata. Gli esperti sostengono che in Italia Omicron 5 diventerà la variante principale e stando ai numeri che si continuano a registrare, è il caso d’iniziare a preoccuparsi, soprattutto se non verranno contenuti i contagi, di quello che potrebbe avvenire con l’arrivo dell’autunno e la stagione influenzale.

La protezione vaccinale, soprattutto per coloro che fragili hanno fatto la quarta dose, appare essere ancora basilare per evitare la malattia grave. Tanto quanto questo occorre in generale per coloro che hanno completato il ciclo: in questo caso la malattia acuta dura circa 3 giorni rispetto ai 6-7 di chi ha solo due dosi.  Diventa importante nel caso della presenza di sintomi simili a quelli di un raffreddore eseguire un tampone, meglio se molecolare, dato che Omicron 5 sembra essere maggiormente in grado di dare falsi negativi con gli antigenici. Almeno inizialmente.

Sintomi più comuni di Omicron 5

I sintomi più comuni di Omicron 5, rispetto alla variante Delta, sarebbero naso che cola, mal di gola, tosse persistente e affaticamento. Gli starnuti sarebbero meno frequenti come manifestazione, come la febbre e i brividi. Meno presente anche il dolore al petto, data la capacità del virus di arrivare ai polmoni e causare polmoniti interstiziali.

Un sintomo in particolare che sta attirando l’attenzione per quel che concerne questa variante è la sudorazione notturna, per la quale rimane ancora da stabilire se sia legata al virus di Omicron 5 o sia derivante da alcune condizioni di salute concomitanti.

Ritornando a parlare di protezione vaccinale è importante che la stessa non manchi. Dall’ISS spiegano che il tasso di mortalità per covid è 6 volte più alto per i non vaccinati rispetto a coloro che hanno ricevuto due dosi e 7 volte superiore rispetto a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. Il ricovero in terapia intensiva è 3,5 volte superiore nei non vaccinati.

Uno studio israeliano ha registrato che negli over 60 la quarta dose di vaccini protegge in modo rilevante rispetto ai ricoveri e ai decessi, riuscendo a far mantenere, nonostante le nuovi varianti, una protezione del 34% dalla malattia, del 67% rispetto ai ricoveri e una riduzione delle morti pari al 72%.